“Un premio a tutti grazie all’impegno di tutti”

Anna Cannone, direttrice dell'hospice di Bitonto, vincitrice del Nicolino d'Oro, sottolinea il valore corale del riconoscimento assegnato dalla città metropilitana

“Un premio a tutta l’équipe del nostro hospice, al concetto irrinunciabile di cure palliative, alla fondazione Santi Medici, alla città tutta di Bitonto”. È così che Anna Cannone, direttrice dell’hospice “Aurelio Marena”, esprime la sua gioia per il Nicolino d’Oro, premio che il capoluogo attribuisce, sulla scia dell’Ambrogino milanese e di altri premi simili, a personalità dell’area metropolitana che si distinguono in più campi dell’agire socio-culturale.
nicolino d'oro
I premiati con il sindaco di Bari Antonio Decaro
Abbiamo incontrato la direttrice dell’hospice, qualche giorno dopo la cerimonia al Palazzo di Città di Bari. E’ felice per il premio, che, tiene a ribadire, è un riconoscimento a tutto il team dell’hospice. Un tributo a tutti gli operatori della struttura, al senso più profondo della solidarietà e dell’impegno verso chi sperimenta i segni della sofferenza. “L’assistenza al paziente e alle famiglie caratterizza alla base il nostro lavoro. Il contatto umano ed empatico è tutto per noi. A queste qualità -dichiara Anna Cannone- va aggiunta quella tecnica e scientifica, professionale, espressa in modo particolare da un medico palliativista di fama nazionale, il dott. Tommaso Fusaro”.
Qualche dato, relativamente al 2017. Ben 417 i pazienti ricoverati più i tanti, 99, seguiti in Ado (Assistenza domiciliare oncologica). Soddisfatto del Nicolino d’Oro anche don Vito Piccinonna, presidente della Fondazione Santi Medici e parroco rettore della basilica pontificia dei Santi Medici. “Questo premio riempie di orgoglio tutta la nostra comunità. Ma sono del parere che il vero riconoscimento sia anche e soprattutto quello che si coglie negli occhi colmi di gratitudine e dolore insieme dei malati e delle loro famiglie”, sostiene Piccinonna.
Sezione relativa al sociale. Questa l’ambito che ha visto premiata la direttrice Cannone.
E, in effetti, socio-assistenziale è il carattere dell’assistenza offerta dall’hospice, realtà che serve un bacino molto ampio, anche ben oltre l’Asl di competenza o la Puglia stessa. “Come capita soprattutto nel caso di bitontini residenti da anni fuori città che però in momenti assai critici per la propria salute scelgono di tornare a casa”, illustra Cannone.
Eretto nel 2006, l’hospice, come noto, in città ha spesso catalizzato anche obiezioni e vita difficile, tanto più all’inizio delle attività, anni in cui il concetto di cure palliative era ancora poco diffuso e popolare tra i pazienti e i cittadini. “Non mancano ancora le incomprensioni. Il pensiero più comune -spiega Cannone- è che questa sia una specie di stazione finale. Qui si affrontano sicuramente casi in cui la malattia sembra ormai vincere sulla vita del paziente, ma è anche vero che quel che conta è la dignità del malato, impedire che si senta solo, abbandonato, come pure conta l’assistenza alle famiglie. Infine, a voler essere precisi, malgrado quel che si dice, in tanti casi si verifica un miglioramento del paziente, certo in un quadro fortemente compromesso, oppure una lunga fase stazionaria del male”.
“In questi casi, con estremo tatto, chiediamo alle famiglie di far tornare a casa i pazienti, assicurando assistenza specifica, anche per assecondare -prosegue la direttrice- le numerose richieste di ricovero. La mia opzione di lavoro qui è stata l’espressione di una vera scelta di vita. Ho il cuore tormentato dalle tante situazioni di dolore cui dover quotidianamente far fronte. Ma queste costituiscono al tempo stesso lo sprono ad andare avanti e perseguire l’unica strada possibile: quella che unisce professione e cuore, lavoro e umanità”.
Si pensi al caso delle cure palliative pediatriche, ambiti che richiedono una specializzazione ancora maggiore, anche logistica e di attrezzature, non garantita appieno dalla struttura bitontina. “Eppure, quando si presenta un caso del genere, assicuriamo le cure e i controlli di garanzia e il nostro impegno totale in certi delicati momenti. Da qui l’importanza di ogni ruolo: infermieri, psicologo, fisioterapisti, assistente spirituale. “Il premio è di tutti, come di tutti è l’impegno”, conclude Anna Cannone.
Nella foto in alto, la direttrice dell’hospice di Bitonto, Anna Cannone