Genzano, Garaguso e Accettura: tre borghi lucani, uno potentino e due materani. E la strada è già segnata. Parti da Bitonto, questa terra di campagne, chiese, palazzi elegantissimi e sei in poco tempo ad Altamura. Con la strada che migliorerà ancora.
Ecco Gravina. E poi Genzano, alta Lucania e alto Bradano, vicinissima anche alla Puglia di Poggiorsini e Spinazzola. Terra dai colori sfavillanti in tutte le stagioni, la città condivide e divide con la Puglia il piccolo lago di Serra di Corvo, prodotto di una diga di sbarramento.
Qui si incontrano le acque di due torrenti: il Basentello e il Roviniero. Il primo nasce a Palazzo San Gervasio, il secondo a Spinazzola. Siamo al confine naturale tra la città metropolitana di Bari e la provincia di Potenza, ma anche la materana Irsina è vicinissima e con Spinazzola siamo già nella Bat. C’è poi anche un altro laghetto, il Siano, artificiale, davvero minuto. Genzano serba un grandissimo tesoro: il castello solitario di Monteserico. Ci torneremo e ve lo racconteremo singolarmente, come merita.
Graziosa la cittadina. Nella chiesa di Santa Maria della Platea si segnala un pregevole polittico attribuito a Giovanni Bellini (altri propendono per Lazzaro Bastiani). Non fai tanti chilometri e sei a Garaguso, in provincia di Matera. Garaguso è semplicissima, per questo è bellissima. Ci si potrebbe chiedere: ma cosa mai ha questa piccola cittadina lucana, sicuramente semisconosciuta ai più? Dove il suo fascino?
Si tratta di una di quelle realtà ineludibili quando si parla di Italia interna, specie meridionale. Poche anime abbarbicate sin lassù; viste d’assieme che dicono l’immenso e che spazi immensi ammirano e fanno ammirare; un’estasi del silenzio che affascina; i ritmi di una vita ancora antica.
Borghi così, però, generano un interesse che non rientra solo nei canoni del bozzetto da ammirare. Anzi, per nulla proprio. Urge un taglio sociologico che racconti per davvero questa bellezza. Non solo canto, pur necessario: comprensione, scandaglio, studio.
Scegliamo infine di dirigerci verso Accettura. Ecco la città del celebre Maggio, estrema terra materana, vicinissima anche all’area delle Dolomiti lucane di Pietrapertosa e Castelmezzano. Vicine pure la dinamica Stigliano (zona dall’ottimo pistacchio) e la piccola Oliveto Lucano. Accettura deve molto al suo Maggio e alle interpretazioni demologiche che hanno contribuito a rendere antropologicamente interessanti gli eventi legati ai riti arborei. Il centro fa parte del parco di Gallipoli-Cognato e non dista molto anche dall’antica Calciano (sempre in provincia di Matera).
Dall’alto bosco di Montepiano, raggiungibile attraverso un’arteria stretta e sinuosamente fascinosa, vengono scelti gli alberi per i mistici matrimoni tra le piante. Un rito solenne per tutta la cittadinanza. Un rito assai sentito e che avvicina Accettura a centri come la stessa Castelmezzano e poi Terranova del Pollino (potentino ultimo, ai confini calabresi). Ma anche calabresi dell’alto cosentino (Alessandria del Carretto). Come sempre il viaggio è un abbraccio di civiltà.