Il 2018 è già un anno record per la diffusione del morbillo in Europa. Soltanto nei primi sei mesi sono stati segnalati più di 40mila casi e sono morte almeno 37 persone per le conseguenze dell’infezione.
L’Italia è uno dei sette Paesi, insieme a Ucraina, Francia, Georgia, Grecia, Russia e Serbia, ad aver già superato il migliaio di contagi. Il bollettino più recente diramato dall’Istituto Superiore della Sanità (aggiornato al 30 settembre 2018) riporta infatti la segnalazione di 2.295 casi di morbillo, tra possibili, probabili e accertati, la stragrande maggioranza dei quali riguardanti persone non vaccinate.
L’88,2% dei casi si è verificato in 7 regioni, con la Sicilia a detenere il tasso di incidenza più elevato. La Puglia non è tra queste. Nel lasso di tempo analizzato, prima dunque degli 8 casi accertati all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari negli scorsi giorni, il Tacco d’Italia aveva registrato appena 25 episodi, con una incidenza di 8,2 casi per milione di abitanti, una delle più basse in Italia.
Come ha già chiarito il ministero della Salute, il focolaio barese, innescato da una bambina non vaccinata e rapidamente estesosi ad altre 6 persone (l’ottavo caso non è collegato), tra minori e adulti, è sotto controllo ed è in fase di predisposizione “un nuovo Piano strategico di eliminazione del morbillo che prevede il coinvolgimento di altre amministrazioni e ministeri per programmare azioni in grado di aumentare la consapevolezza del valore dell’immunizzazione attraverso i vaccini come strumento di prevenzione lungo tutta la vita”.
Eppure il caso ha contribuito a riaccendere l’attenzione sul tema dei vaccini e sull’importanza della vaccinazione. Per questo l’assessore regionale al Welfare, Salvatore Ruggeri, ha precisato in una nota che “la Puglia è una delle regioni più all’avanguardia sul tema delle vaccinazioni e può vantare uno dei calendari più completi nel panorama della prevenzione vaccinale in Italia”. “Nell’ultimo anno infatti – prosegue – proprio sul morbillo nei bambini fino a 36 mesi, abbiamo raggiunto il target del 95% (cosìddetta ‘immunità di gregge’)”.
La rassicurazione si è poi allargata alla sicurezza stessa dei vaccini, uno degli aspetti più criticati dei no-vax. Ruggeri ha citato il primo Rapporto sulla Sorveglianza degli Eventi Avversi a Vaccino spiegando che “negli anni 2013-2017 sono stati solo 56 gli eventi avversi gravi correlabili alle vaccinazioni” e che “in tutti i casi i soggetti interessati sono stati adeguatamente curati e sono guariti”.
La sensibilità al tema è dimostrata anche dal fatto che la Puglia è stata la seconda regione, dopo l’Emilia Romagna, a volersi dotare di una specifica normativa che dispone l’obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari, una categoria che comprende non soltanto medici e infermieri, ma anche volontari e tutto il personale che entra ogni giorno a contatto con i pazienti ospedalizzati.
Al momento, però, la legge, avanzata dalla consigliera Francesca Franzoso e dal capogruppo di Forza Italia, Nino Marmo, e approvata grazie ai voti della maggioranza di centrosinistra (mentre il M5S si è schierato contro il provvedimento, confermando le proprie posizioni no-vax) è ferma al palo perché impugnata dal Governo e in attesa del pronunciamento della Consulta.