Quando l’ultima nota è stata suonata e le parole, dopo voli di armonia attraverso l’aria e l’anima, hanno lasciato il tempo al silenzio, rimane una sinfonia di ricordi. È l’imperitura bellezza plasmata dai sogni regalati dai sognatori. E tali sono i cantautori, in equilibrio fra la metrica dei versi e la partitura musicale, osservatori della vita e delle persone, viaggiatori sui tasti più profondi, acrobati sulle corde meno visibili. Scrivere canzoni significa ricercare spazi di umanità, dottrinare di emozioni ogni sguardo sul mondo.
Un teatro piccolo e acustico come il Traetta di Bitonto è lo spazio migliore per offrire una vera opportunità a chi usa le canzoni per interpretare i tempi, descrivere condizioni sociali, esplorare le dimensioni dei sentimenti. Soprattutto quando ad ascoltare gli artisti al centro del palco, magari seduti su sgabelli con in braccio una chitarra, c’è una platea predisposta all’ascolto. Sicuramente quando, in un’atmosfera protetta dal frastuono di messaggi compulsivi, sembra che aleggi lo spirito di Tenco o De Andrè nell’integra grazia delle loro opere.
Cantautori Bitontosuite è il premio dedicato alla canzone italiana d’autore, il linguaggio musicale di matrice popolare che sgorga dal cuore di chi scrive e compone, muovendosi in poetiche estensioni della scrittura. La rassegna, ideata e organizzata da Savino Valerio e Cecilia Maggio della VS Artlab, ha raggiunto la decima edizione. Quest’anno, undici artisti sono stati scelti fra le proposte giunte da tutta Italia per presentare le stesure delle proprie emozioni, le osservazioni che si fanno pensiero e diventano canzoni.
Anche stavolta, il premio bitontino ha mostrato di essere vivo e di vivere come essenza nei desideri sia dei cantautori che degli amanti del genere musicale. Vitale è il sostegno dell’amministrazione comunale che intende dare seguito, oltre che alla rassegna consolidata al Traetta, anche ad altre iniziative a favore degli artisti che scrivono canzoni e hanno bisogno di farsi ascoltare. La gara, infatti, è solo finalizzata all’assegnazione di un riconoscimento, poiché la vera finalità del premio è unire tutti in un’occasione di conoscenza e di confronto.
In totale sintonia di animo, hanno dato sostanza alla decima edizione del Bitontosuite, artisti molto diversi fra loro. Diorhà, Domenico Giannini, Gianni Fanizzi, Giulia Ventisette, Eleonora Losa, Lucy, Misga, Newton e le donne, Pietro Verna, Serafico e Sasà Calabrese si sono alternati nella serata di venerdì secondo uno schema seguito sin dalla prima edizione del concorso bitontino.
La giuria tecnica, presieduta da Marcello Balestra di Casa Artista, è stata composta da Pietro De Lucia, speaker di Radio Italia Anni 60, Mauro Gasparre, esperto di musica d’autore, Luciano Damiani, musicista di caratura internazionale, Anna Maria Carella, presidente della FITA Puglia e dal sindaco Michele Abbaticchio.
Una seconda commissione, formata da rappresentanti della stampa, ha anche stavolta avuto il compito di assegnare il premio che contribuisce a tramandare la memoria di Giuseppe Traetta, il giovane artista bitontino scomparso prematuramente. Quest’anno, con me e l’insostituibile Mario Sicolo, direttore del “da Bitonto”, hanno collaborato con grande competenza e professionalità i giornalisti Enzo Carrozzini del Giornale Armonia, Domenico Saracino per Uzak e Maria Grazia Lamonaca di Bitontolive.
Nell’impegnativa scansione dei cantautori e dei gruppi in rassegna, la scelta è ricaduta su Serafico, nome d’arte dell’amanteano Vincenzo Facchinieri, che ha convinto soprattutto con la canzone Nel campo di cipolle, mirabile riflessione sulla condizione dello straniero. Il cantautore calabrese ha aperto la serata finale di sabato 10 novembre, quando cinque artisti selezionati dalla giuria tecnica hanno dato vita a un secondo round intenso e coinvolgente.
Lo spettacolo, condotto come sempre da Pierluigi Auricchio, è stato arricchito dalla performance musico-teatrale di Savino Valerio, Rosita Cannito e Simone Delvino, sui testi dell’opera Tracce di Giuseppe Traetta, e dall’intervento dei giovani attori del gruppo attoREmatto, diretto da Cecilia Maggio.
Infine, con una palpabile generale approvazione, il premio Bitontosuite per la musica d’autore è andato a Sasà Calabrese, cantautore completo perché virtuoso polistrumentista e raffinato autore. L’artista di Castrovillari ha portato sul palco del Traetta due canzoni dell’album Conserve e una originale versione in chiave jazz di Azzurro di Paolo Conte, arrangiate magistralmente insieme a Fabio Guagliardi, al pianoforte, e Tarcisio Molinaro alle percussioni.
La canzone italiana d’autore ringrazia.