Il vero sound napoletano “si fabbrica” a Berlino

Il tour dei Nu Guinea fa tappa all'Anche Cinema di Bari, regalando al pubblico uno dei migliori e più affollati concerti in cartellone alla Bari Music Week

Immaginiamo una Napoli in fermento per l’organizzazione di un festival musicale, che porta con sé aria di grande cambiamento.

É la fotografia restituita dalla regia di Lodovico Gasparini in “No grazie, il caffè mi rende nervoso”, film cult dell’’82 interpretato da Lello Arena e Massimo Troisi. E’ la prima edizione del festival Nuova Napoli ma un fantomatico killer, troppo legato alla tradizione e contrario a qualunque rivoluzione, minaccia di uccidere tutti gli artisti che ne prenderanno parte.

Una giornalista de “Il Mattino”, con la scusa di intervistare James Senese, che terrà il concerto di apertura, s’intrufola in teatro durante le prove per capirci qualcosa e trarne uno scoop. E in un teatro, l’Anche Cinema di Bari, qualche giorno fa ci sono stata anch’io nella speranza di strappare qualche domanda, durante il soundcheck, ai Nu Guinea.

In questo caso l’intervista non era il pretesto per indagare sulla scena del delitto, bensì l’occasione per conoscere da vicino un duo musicale di grande interesse, ospite della Bari Music Week: l’iniziativa artistica che dal 27 ottobre al 2 novenbre ha regalato alla città incontri, workshop, mostre, concerti, live set e dj con l’intento di portare a Bari una kermesse di livello europeo.

I Nu Guinea

Qualche assonanza con il festival raccontato da Gasparini negli anni ’80 sembra, tuttavia, esserci con la settimana musicale barese. Anche per Bari Music Week siamo, infatti, all’anno zero, una prima edizione che ha registrato già un gran numero di presenze. A differenza di quanto accade nel film, questa volta, però, lo spirito d’innovazione e ricerca in campo musicale proposto dal festival non ha incontrato alcuna opposizione. L’immagine di Arena e Troisi alle prese con un evento che si tinge sempre più di noir, è a tratti rievocata proprio dal concerto dei Nu Guinea.

Nuova Napoli Band è, infatti, il titolo del live con cui il duo partenopeo, da quattro anni trasferitosi a Berlino, presenta l’omonimo disco, uscito lo scorso aprile, in un tour italiano che ha fatto tappa a Bari. Le prove, iniziate nel primo pomeriggio per Massimo Di Lena e Lucio Aquilina, volto e anima dei Nu Guinea, sono state l’occasione per intervistarli.

Appena giunti in teatro, a poche ore dal concerto che la sera ha infiammato la platea dell’Anche Cinema con una travolgente contaminazione di generi musicali, li ho incontrati all’ingresso dei camerini. Mentre sul palco sintetizzatori elettronici trovavano posto accanto a strumenti tradizionali quali sax, chitarre, batteria, i Nu Guinea raccontavano l’origine del loro curioso nome. “Cercavamo qualcosa che suggerisse sonorità lontane, quasi irraggiungibili -hanno spiegato- e la Nuova Guinea ci sembrava uno dei luoghi più distanti nel mondo. Il termine ‘nuova’ l’abbiamo sostituito con ‘nu’ perché abbiamo iniziato con un progetto disco-house e volevamo riprendere la dicitura utilizzata in quegli ambienti a fine anni ’80 e inizi ‘90″.

Il concerto al Bari Music Week

E, infatti, Massimo e Lucio il concetto di lontananza lo percepiscono sulla loro pelle da quando, quattro anni fa, hanno fatto le valige lasciandosi alle spalle la loro Napoli per iniziare l’avventura berlinese. “Sentivamo la nostalgia della nostra terra”, spiegano per chiarire le motivazioni del disco Nuova Napoli. “Berlino ha molte note positive in termini di incontri e collaborazioni, ma è anche una città fredda e per noi napoletani è impossibile sostituire quel calore che contraddistingue il sud Italia. Così, abbiamo pensato di esorcizzare questa mancanza componendo musica”, chiariscono.

Rivalutare il patrimonio musicale napoletano a cavallo fra gli anni ’70 e ’80 ma non per un’operazione nostalgica, “bensì per riportare alla luce artisti che, allontanandosi dal mainstream dell’epoca, hanno pagato in quel periodo il prezzo di uno scarso successo”.

Questo l’obiettivo di Aquilina e Di Lena che attingono, dunque, ad un periodo storico caratterizzato da incontri culturali, da cui sono nati nuovi ed interessanti ibridi musicali. Nuova Napoli non è un semplice tributo alla città d’origine dei Nu Guinea: “Il concetto di nostalgia riferito a questo album ha un senso in quanto nostalgia personale verso la nostra terra, ma abbiamo preso spunto da tantissimi altri mondi musicali oltre quello napoletano”.

Un’immagine dall’album dei Nu Guinea

Ed è così che le sonorità di Pino Daniele, James Senese e Toni Esposito, ma anche gli Oro i Donn’Anna, incontrano e dialogano con musicisti scovati da Lucio e Massimo in ogni parte del mondo: “Ci siamo lasciati trasportare con la mente ovunque dai dischi che compriamo. Molti sono cubani, nigeriani, altri vengono dalle Antille o dalla Colombia. “Nuova Napoli” è stato composto a Berlino ma eravamo altrove con l’immaginazione”.

Un viaggio a ritroso nel tempo verso Napoli che, però, ha più volte fatto tappa in luoghi esotici materializzatisi nella fusione fra sintetizzatori elettronici e strumenti tradizionali. A ispirare il brillante duo di dj e produttori non è stato solo il panorama musicale. Si pensi al brano “Je Vulesse” che ha strepitosamente tradotto in musica il testo della poesia di Eduardo de Filippo “Io vulesse truvà pace”, una pace suggerita anche da sonorità oltreoceano.

Oppure allo stesso titolo dell’album che attinge alla tradizione cinematografica di quegli anni. A riguardo, Di Lena e Aquilina spiegano: “Quando componiamo abbiamo una visione estetica di quello che vogliamo tradurre in musica. Vogliamo sentirci parte di un mondo e nel caso di questo disco abbiamo immaginato di essere delle band partecipanti al festival del film di Gasparini”.

E in un festival del Sud Italia ci sono finiti per davvero i Nu Guinea, calcando il palcoscenico dell’Anche Cinema, insieme alla loro band. Qui hanno incontrato la calorosa accoglienza di un pubblico pronto ad apprezzare le atmosfere suggerite dalla loro musica e dalla splendida voce di Fabiana Martone.

Una cantante nata in ambito jazz che i Nu Guinea hanno scelto per interpretare i testi di Nuova Napoli in virtù della sua vocalità. Una vocalità capace di tradurre i suoni e rumori che pervadono le strade di Napoli, catapultando il pubblico ora in quei vicoli ora in un club cubano o su una spiaggia delle Antille.

Presenti anche al Viva Festival in Puglia qualche mese fa, in veste di dj, Lucio e Massimo sono tornati a Bari con una performance totalmente differente. “Non stiamo mettendo da parte il DJing, ma abbiamo pensato che fosse necessario esprimere l’essenza di questo album attraverso una formazione al completo”, raccontano. Batteria, percussioni, basso elettronico e sax in un dialogo con sintetizzatori e tastiere, una contaminazione fra tradizione e innovazione, fra Napoli il resto del mondo.

“Stare sul palco con i musicisti interagendo con loro e, allo stesso tempo con il pubblico, offre un approccio diverso rispetto a quando suoniamo come dj. Lì ci siamo noi e i dischi con le nostre emozioni senza quelle della band”. Ma i Nu Guinea non dimenticano le origini e continuano a girare il mondo, non solo con la mente, alternando le due attività. Qualche settimana fa hanno fatto tappa a Brighton come dj e la successiva erano a Bologna per il tour di Nuova Napoli. Un tour italiano che presto approderà anche all’estero, Francia e Olanda potrebbero essere le prossime mete.

D’altra parte, una piccola incursione oltreconfine di “Nuova Napoli Live” c’è stata i primi di settembre con un concerto in Russia, dove l’esotico calore del duo partenopeo ha fatto breccia nel cuore del pubblico.