L’olio extravergine è la ricetta di Moschetta contro il tumore all’intestino

Uno studio internazionale promosso dall’Airc e condotto dal noto ricercatore bitontino, sottolinea il ruolo dell'acido oleico nella fisiologia dell'apparato digerente

Consumare quotidianamente olio extravergine d’oliva riduce l’infiammazione intestinale e lo sviluppo dei tumori. Parola di Antonio Moschetta, 45enne bitontino, ordinario di medicina interna all’Università “Aldo Moro” di Bari, esperto di metabolismo e degli effetti del prezioso alimento sulla nostra salute.

È questa, infatti, la conclusione di un importante studio finanziato dall’Airc (l’Associazione per la ricerca sul cancro), che oltre al team di Moschetta e all’Italia (Clinica medica “Cesare Frugoni” dell’Università di Bari, Irccs Istituto tumori “Giovanni Paolo II” e Ircss Istituto nazionale di gastroenterologia “Saverio de Bellis” di Castellana Grotte) ha coinvolto Francia (il Centro di ricerca oncologica di Lione e l’Istituto per le patologie metaboliche e cardiovascolari di Tolosa), Regno Unito (Università di Cambridge) e Stati Uniti (Università del Wisconsin).

I ricercatori hanno dimostrato che a giocare un ruolo fondamentale sono l’integrazione alimentare di acido oleico, una sostanza in grado di regolare la proliferazione cellulare, presente in grandi quantità nell’olio extravergine d’oliva (specialmente in quello italiano, a differenza di quello nord africano, più ricco in acido palmitico) e SCD1, enzima, presente nella mucosa intestinale, responsabile della sua produzione nell’organismo.

Eliminando l’acido oleico dalla dieta e disattivando l’enzima che lo sintetizza si va prima incontro a uno stato infiammatorio e poi all’insorgenza di veri e propri tumori spontanei dell’intestino. Una condizione assolutamente insalubre che torna alla normalità se invece si reintroduce nella dieta l’acido. Infatti, “ripristina la normale fisiologia intestinale con riduzione dell’infiammazione e protezione contro la formazione dei tumori.

Sfruttando le proprietà benefiche dell’acido oleico, in futuro sarà possibile ridurre l’insorgenza del tumore soprattutto nei pazienti con infiammazione intestinale o già precedentemente affetti da questa malattia, rallentarne la crescita e migliorare i trattamenti antitumorali già in uso, potenziandone l’effetto”, spiega Moschetta. Per ottenere i risultati sperati, aggiunge il ricercatore bitontino, “basta consumare un cucchiaio di olio extravergine di oliva a pranzo e uno a cena, oltre a quello utilizzato come condimento”.

Lo studio in questione è già apparso, a fine luglio, in formato elettronico (epub) sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Gastroenterology, dove verrà pubblicato ufficialmente a novembre ed è indicizzato, ad esempio, sul sito del Centro nazionale per l’informazione nelle biotecnologie (il National Center for Biotechnology Information, NCBI).