Nel tempo degli “affetti nomadi” Allegra c’insegna ad amare

È un inno alla sincerità, contro il conformismo delle scelte “obbligate”, il romanzo di Antonella D’Eri Viesti, ospite a Bitonto della Libreria del Teatro e di Rivolte Logiche

L’amore ai tempi della flessibilità e della precarietà. L’instabilità non solo economica e lavorativa ma anche, e forse soprattutto, esistenziale. Il segreto è stare a galla mentre tutto fluttua, tenersi in equilibrio mentre il mondo traballa.

È la modernità e Allegra, protagonista di “Affetti nomadi”, romanzo nato dalla penna della giovane autrice pugliese, Antonella D’Eri Viesti, ospite a Bitonto della Libreria del Teatro e di Rivolte Logiche, ne incarna il modello antropologico: “donna instabile, per nulla equilibrata, dispotica, distopica, capricciosa ed egoista”. Il libro (Les Flâneurs Edizioni), interessante ed avvolgente nella sua musicalità, accentuata dal titolo di una canzone attribuito ad ogni capitolo, segue il viaggio della giovane in un processo di maturazione che appare in continuo divenire.

Un viaggio incessante, dentro e fuori se stessa, metafora del nomadismo degli affetti e delle emozioni, della curiosità dei tipi umani. Gli “affetti nomadi”, di cui la stessa protagonista si circonda, divengono emblema dello stile di vita della giovane e della sua generazione, la cui chiave di lettura sta nella leggerezza intesa come libertà anche e soprattutto in amore.

Allegra personifica un punto di vista femminile autentico. Sente l’esigenza di abbattere gli schemi tradizionali imposti dalla società e annullare i ridicoli stereotipi in cui la donna del ventunesimo secolo è ancora relegata. Si definisce “ingorda della vita e del rischio”, odia ogni qualsivoglia forzatura, sia che rappresenti un avvenimento ciclico come il Natale sia che si riveli un evento singolo nella vita di ciascuno, come il matrimonio.

Svela l’ipocrisia che pervade i giorni festivi, in cui si è costretti ad essere forzatamente felici e, ancor più, detesta sottostare all’idea di matrimonio, inteso come clichè da rispettare. Un ideale di vita e di amore da cui Allegra rifugge: una vita vincolata e un amore perfetto, divino, privo di “sporcature”. Non vuole che la sua vita ruoti esclusivamente attorno alla realizzazione in ambito sentimentale. E’ intenta a costruire la propria identità, forte ed indipendente, intorno ai suoi interessi più grandi: la musica e i libri.

I libri costituiscono l’unica stella fissa nella vita della giovane donna: le hanno insegnato a crescere e “ad amare l’amore profondo, coraggioso, impavido e razionale”. Pur essendo immersa nel nomadismo affettivo del proprio secolo, Allegra crede fortemente in un’idea di amore che si rivela accettazione completa dell’altro alla maniera agostiniana: “volo ut sis” ossia “voglio che tu sia come sei”.

Questa è la cifra segreta dell’amore: nessuna riduzione dell’altro a sé, nessun possesso, nessun annullamento della differenza, nessuna perdita di sé nell’altro. Essere rivoluzionari, al giorno d’oggi, significa saper amare. Ma nel secolo degli “affetti nomadi” si è ancora in grado di amare? In un mondo in cui tutto cambia a velocità supersonica, l’amore in senso universale si rivela l’unico approdo sicuro, uno scoglio fermo nel mare in tempesta. Alla portata di tutti, democratico come la bellezza e il dolore di cui Allegra non ha paura.

Nella foto in alto: un fermo immagine del video di presentazione del libro