Anticipato dai singoli Constellation e Transylvania Party Hard, è appena uscito Night Ride, l’ultimo album della Municipale Balcanica. Per la prima volta la band pugliese ha realizzato un disco di soli inediti; per il resto il lavoro non si discosta dalle produzioni precedenti, pur mostrando un’insolita impronta “notturna”.
Sono tanti i temi toccati in questo disco, che condivide storie e paesaggi provenienti dal vissuto di oltre quindici anni della Municipale Balcanica: l’esilio e la fratellanza, l’amore nelle diverse declinazioni, la ricerca della felicità.
Ad anticipare il lavoro ci sono stati due singoli. Dell’ambientazione horror di Transylvania Party Hard si è parlato in passato; con l’orecchiabile Constellation la band ha cercato di mettere in musica testi e opere di Marc Chagall, ma anche qui senza allontanarsi dai suoi canoni.
La formazione della Municipale Balcanica per Night Ride vede Michele de Lucia al clarinetto e clarinetto basso, Nico Marziale alla batteria, percussioni e suoni elettronici, Raffaele Piccolomini al sax tenore, Giorgio Rutigliano al basso elettrico, Paolo Scagliola alla tromba e Raffaele Tedeschi alla voce e chitarre; oltre alla presenza di Armando Giusti al sax alto, Claudio de Leo al synth, Giacomo de Nicolo alla batteria.
Alle domande di Primo piano sul nuovo disco risponde Nico Marziale.
Come suona un’immagine ispirata a Chagall?
L’incontro con Chagall è avvenuto da studenti tanti anni fa. Successivamente, con la Municipale Balcanica è iniziata la nostra ricerca sulle culture dell’Est Europa e ci siamo imbattuti in tanti artisti e intellettuali che, partendo dal loro background originario ebraico, hanno prodotto opere, pensieri, musica che hanno segnato l’intera cultura europea. Tra questi, abbiamo reincontrato Chagall che spesso ha rappresentato dei musicisti nei suoi quadri, attirando la nostra attenzione. Le sue citazioni e le sue immagini ci hanno ispirato. Ha raccontato sia il sentirsi parte di una comunità piccola e definita, quella ebraica, sia l’essere parte, con l’impegno politico, di una nazione, quella russa. Nella nostra canzone Constellation ci siamo fatti ispirare dalle sue parole libere e dalle sue immagini insieme drammatiche, romantiche, ironiche. Il risultato è un brano che rivendica una libertà che si compie nel momento in cui è condivisa, estesa a tutti.
Come mai avete scelto Orione per rappresentare Constellation?
È la costellazione che tutti coloro che alzano gli occhi al cielo sanno riconoscere. Abbiamo un po’ stravolto l’iconografia tradizionale per cui essa rappresenta un mitico e infallibile cacciatore, trasformandola nella rappresentazione celeste di un violinista che è quasi onnipresente nei quadri di Chagall. Proprio nei suoi quadri il violinista non tocca mai terra, anzi è tutt’uno col cielo e ci è sembrata una bella sintesi anche visiva di leggerezza, notte, malinconia e libertà.
Cosa significa per la Municipale Balcanica realizzare un album fatto esclusivamente di inediti?
È stata una scelta naturale e spontanea come tutte quelle che abbiamo fatto negli anni. Nei dischi precedenti abbiamo messo sempre, sentendolo un tributo dovuto, brani di altre tradizioni sia per rendere esplicito il nostro percorso sia per far conoscere, a chi ci ascolta, melodie in cui non sarebbero mai incappati. L’assenza di brani tradizionali in Night Ride è forse una forma di confidenza con il pubblico a cui non è più necessario mostrare i passaggi delle nostre ricerche. In pratica, ciò che abbiamo ascoltato, conosciuto e imparato è divenuto nostro, parte della nostra storia e tutti i suoni che ci hanno influenzato sono stati “rivissuti”, come è giusto che sia.
La Municipale Balcanica si sente in esilio?
Ci capita spesso di discutere della situazione sociale e politica, finendo spesso per non riconoscerci in una Italia in cui, invece del coraggio, viene alimentata la paura di tutto, dello straniero in primis, e del diverso in genere. Ma non per questo accettiamo di sentirci fuori luogo. Anzi! Il nucleo della nostra musica sta nell’avventura, nell’incontro, nella curiosità per ciò che non si conosce; sono molto distanti da noi le idee di chiusura e diffidenza permanenti. Non lasciamo però che questo non riconoscersi nelle scelte istituzionali ci faccia sentire in esilio nella nostra terra perché pensiamo piuttosto che sia il nostro approccio, quello che più rappresenta la vocazione e l’identità italiana. Ci sono i veri esiliati e i rifugiati che hanno bisogno di soccorso e avranno sempre la nostra solidarietà. La musica non può fare nulla per disperdere la paura e alimentare la solidarietà? Forse poco, ma certamente è meglio del silenzio.
Tra il precedente singolo, Transylvania Party Hard, e il nuovo, Constellation, questo nuovo album sembra nascere sotto il segno della notte.
I pezzi, in maniera spontanea e senza progetti a tavolino, hanno finito per avere atmosfere notturne forse perché il nuovo disco completa la nostra tavolozza di colori musicali che ha sempre avuto principalmente tinte solari. Speriamo che sia inteso come un segnale di maturità. I brani sono meno veloci e frenetici ed effettivamente appaiono più oscuri ma non sono meno carichi. I temi affiorati abbiamo provato a svilupparli rispettandone la complessità e l’ambiguità, ecco perché, ad esempio, in Constellation coesistono ironia e malinconia e in Transylvania party hard, che sembra così allegra, convivono commedia e tristezza. Allo stesso modo nei brani strumentali si sovrappongono dissonanze e armonie di ampio respiro, elettronica e strumenti tradizionali.