Descritta dalla musica di grandi cantautori, immortalata e restituita al pubblico attraverso film che hanno fatto la storia del cinema, la periferia non smette di essere al centro dell’attenzione nell’arte. In una giornata come il 9 settembre, che ha celebrato il ventennale della morte di Battisti, si è chiuso un grandissimo festival dedicato proprio alla periferia. Così, quel “mondo tutto chiuso in una via”, citando proprio il grande cantautore, è divenuto filo conduttore di Rigenera SmArt City, l’evento che per quattro giorni ha popolato e animato un paese che vive una condizione di periferia durante la maggior parte dei mesi.
Ma c’è un periodo dell’anno in cui Palo del Colle, comune che ospita l’attesissimo festival, giunto alla quarta edizione, cambia volto, provando l’ebbrezza di essere centro e non più periferia. Una metamorfosi realizzata attraverso la musica, il teatro e l’arte in ogni sua espressione e forma. A scrivere le pagine di quello che è stato definito il più grande festival delle periferie è il Laboratorio Urbano Rigenera, grazie alle idee e alle iniziative di Nicola Vero, giovane e brillante direttore artistico della manifestazione.
Con l’obiettivo di portare il festival anche in altre periferie, uscendo dai propri confini, quest’anno Rigenera SmArt City ha offerto ospitalità ad alcuni dei protagonisti più noti del panorama musicale, a partire da Motta. Cantautore nonché polistrumentista, neovincitore della Targa Tenco 2018, Motta ha aperto la carrellata dei live che hanno acceso il doppio palco allestito per l’occasione. Dopo di lui, Cosmo e, ancora, Mannarino, uno dei pochi cantautori contemporanei capaci di sviluppare una profonda ricerca musicale, facendo numeri da artista mainstream.
Autore di successi come Me So’ Mbriacato si è raccontato al pubblico in un inedito incontro – alternato all’esecuzione dei sui brani più celebri – condotto dal noto giornalista radiotelevisivo Carlo Massarino. Voce narrante dell’intero festival, quest’ultimo ha intervistato in un talk pomeridiano anche un altro artista che la periferia la conosce bene perché è da li che è partito per diventare uno dei rapper più amati dalle nuove generazioni: Clementino, un nome consacrato alla notorietà anche grazie ad un prestigioso palcoscenico come quello di Sanremo.
E’ toccato a lui chiudere il Festival delle periferie, con tanto di stage diving che ha visto lanciarsi fra le braccia del pubblico sia il rapper napoletano che I Ministri, apprezzata rock band ospite dell’ultima serata. Tantissimi gli eventi collaterali che hanno incorniciato le performance musicali, fra spettacoli teatrali, live painting e installazioni interattive.
Non da meno i talk pomeridiani che hanno acceso interessanti dibattiti, attraverso interventi di esperti e personalità di spicco nel panorama culturale e sociale. I numerosi ospiti, infatti, hanno sposato, ciascuno con la propria arte, l’impegno sociale di un festival destinato a continuare a crescere e lasciare il segno. Un festival che in questa edizione ha raggiunto l’obiettivo di creare un’energia positiva, grazie alla quale innescare nuovi progetti a favore delle periferie.
Un esempio da seguire, come ha sottolineato Antonio Decaro presidente dell’Anci e sindaco della Città Metropolitana di Bari, salito sul palco di Rigenera SmArt City. “Il nostro Paese ha bisogno delle sue periferie. Non state animando solo la periferia di Palo del Colle ma state permettendo alle persone che vivono qui e arrivano da fuori per il vostro festival di conoscersi e di stare insieme” ha affermato Decaro, aprendo il suo intervento sui bandi destinati alle periferie.
“Le statistiche ci dicono che in un’Italia di persone “sole” la fiducia cresce quando si sta insieme nei luoghi pubblici impegnandosi per qualcosa. E’ ciò che accade in questo laboratorio. Su questa traccia abbiamo disegnato i progetti per il recupero delle periferie, finanziati dal bando nazionale che la Città Metropolitana di Bari ha vinto, proponendo progetti di riqualificazione dello spazio pubblico in tutti i 41 comuni dell’area metropolitana”. Queste le parole del sindaco Decaro, che hanno chiuso il quarto capitolo di un festival destinato a scriverne ancora molti altri.