Matera e il Sud aspettano. Aspettano l’evento. Matera capitale europea della cultura 2019. Il mezzogiorno difficile di questo Paese al centro dell’Europa e così del mondo per un anno. Questa attesa instilla istanze di curiosità e approfondimento attorno ad una città meravigliosa e a un territorio pure estremamente affascinante.
Dove il fascino risiede in un paesaggio magico e che fatalmente qui si avverte come amico e vicino, accogliente. E se Matera, da vecchia “emergenza nazionale” che era, dopo faticosi percorsi di crescita, è da anni ormai nota al turismo, soprattutto culturale, diciamo pure da intenditori (col relativo indotto), meno conosciuta è la straordinaria potenzialità dei borghi attorno al centro lucano.
Parliamo dunque di un’area assolutamente lontana dal turismo di massa, zone paesaggisticamente assai suggestive, dall’area quasi “selvaggia” e dal retaggio culturale e antropologico ancora in parte “arcaico”.
È del resto la Lucania interna e profonda, quella cantata da Carlo Levi e Rocco Scotellaro, Lucania che ancora canta ad Aliano e Tricarico, i due centri legati ai due intellettuali.
Il primo fu il luogo in cui lo scrittore e pittore torinese ambientò il suo celeberrimo “Cristo si è fermato ad Eboli”, borgo simbolicamente riscoperto anche da Franco Arminio, il poeta della “paesologia”, come sede del suo estivo Festival dedicato alla poesia e alla scoperta del favoloso scenario naturale dei Calanchi, straordinarie e altissime rocce in argilla. Il secondo è la città di cui Scotellaro fu anche giovane sindaco socialista.
È questa una Lucania che il visitatore colto che verrà a Matera vorrà magari conoscere e approfondire. Insieme a Matera, ma in un certo senso anche “oltre” Matera stessa. Un andar per borghi che qui soddisfa. La Lucania è propriamente terra di borghi, come lo è l’Italia tutta e come lo è il Sud. Considerata la loro vicinanza a Matera, tre i paesini interessanti in questo senso.
Ecco così Montescaglioso, Miglionico e Irsina (l’unica più distante da Matera: 50 km, gli altri due circa 20). A Montescaglioso una famosa e imponente abbazia, a Miglionico il fascinoso e quasi “sinistro” castello del “Malconsiglio” e a Irsina, tra le altre bellezze, addirittura un Mantegna, qui riscoperto come scultore. E Grottole e Pomarico? Meno degni di nota dal punto di vista strettamente storico-artistico, forse, ma comunque inseriti nel territorio e soprattutto vicini alla futura capitale della cultura.
A proposito di Levi, impossibile non citare anche Grassano, a 40 km da Matera e prima sede del confino dell’artista e scrittore piemontese in Lucania. Sarebbe difficile, infine, escludere anche la bella Ferrandina, a 38 km da Matera.
Sono le terre del viaggiare lento, senza fretta e, chissà, forse anche senza meta. Nel viaggio stesso è sempre la meta, come qui capisci bene e vivi. T’interessa un poggio selvaggio? Un bosco che urli silenzio? Un lago poco accorsato? Viandante, tu sei nella terra giusta. Qui un’area disseminata di chiese rupestri, di luoghi suggestivi come il lago prodotto dalla diga di San Giuliano e poi appunto di borghi.
Anche tra mare e storia: si pensi a Bernalda e al suo castello e alla sua marina di Metaponto, patria anche di bellezze archeologiche. E poi la greca Heraclea, oggi Policoro.
Ma è vasta questa silente terra materana. Qui c’è il fantasma di Craco, il paese abbandonato. Siamo a 57 km da Matera. Amato da grandi registi, vive da tempo una rivalutazione. Attorno anche altri borghi interessanti come Salandra, Garaguso, San Mauro Forte, Cirigliano, Stigliano. Sono 31 i paesi della provincia.
E come non citare le cosiddette Dolomiti Lucane di Pietrapertosa e Castelmezzano, potentine ma vicinissime alle materane Calciano, Accettura, Oliveto Lucano? E i riti ancestrali, come lo sposalizio degl alberi di Accettura?
E il mare? Non solo Metaponto o Policoro o Pisticci. Qui finisce il mare della Basilicata, incontrando la Puglia da una parte e la Calabria dall’altra. Ed ecco Montalbano Jonica, Scanzano, Nova Siri e, appena più all’interno, Rotondella, graziosa sin dal tenue nome. Sono le lande che hanno visto vivere e morire Pitagora. Storia bella, storia antica.
La natura? C’è già il Pollino di San Giorgio Lucano a richiamare. I poeti poi non si fermano al ‘900: a Valsinni, vicino a Colobraro (paese che noi ci gloriamo di citare, contravvenendo alle tradizioni orali che vorrebbero nefasto anche solo pronunciarne il nome), in un elegante castello, ecco ancora vivo il fascino letterario di Isabella Morra, poetessa del ‘500 riscoperta da Benedetto Croce.
Il XX secolo poetico e letterario tornerà a Tursi, qui vicino, patria di Albino Pierro, poeta nativo di questa cittadina dalle forti testimonianze saracene, come pure Tricarico. A lui è dedicato un interessante parco letterario.
Attorno a Matera, così, t’assale un viaggiare antico, fuori, osiamo dire, del turismo persino, nel senso di snaturante industria mordi e fuggi. Qui le pause, qui il cammino, qui la quiete. Anche questo è il “capitale” di Matera.