Veronika Di Lillo è una cantautrice e cantante friulana, tra i finalisti dell’ultima edizione di Area Sanremo.
Ha cominciato a studiare canto da giovanissima, con l’insegnante Jessica Da Re. È diventata insegnante di canto lei stessa, e realizza progetti musicali nelle scuole primarie e dell’infanzia. Oltre a queste attività, può vantare la partecipazione a numerosi eventi musicali e con diverse formazioni.
I suoi due ultimi singoli, Non ci sarò e Meglio sola, parlano entrambi di relazioni interpersonali. Il primo brano tratta di una storia che si è conclusa dopo essersi protratta troppo a lungo, stancamente, tra abitudine e ipocrisia. Nel secondo, la protagonista – delusa da vari corteggiamenti – si rende conto che alla fine si sta “meglio soli che mal accompagnati!” A contribuire agli arrangiamenti dei due singoli è stato Phil Mer, noto batterista italiano, figlio di Red Canzian dei Pooh.
A Veronika Primo piano ha chiesto di chiarire le intenzioni alla base dei suoi singoli.
Ha senso proseguire in una relazione che si trascina?
Secondo me no. La difficoltà sta nell’avere il coraggio di ammettere a se stessi che è finita e poi chiudere definitivamente con il partner. C’è chi rimane in rapporto di ottima amicizia ma sono sempre stata dell’idea che quando si chiude con una persona è giusto farlo in modo definitivo. Quando la passione, l’amore e la voglia di vedere l’altra persona vengono a mancare bisogna prenderne atto. In fondo, una situazione sentimentale basata solo sull’abitudine non ci porterebbe a nulla, se non a del tempo sprecato che non recupereremo più. Il tempo è prezioso e la vita è fin troppo breve per perdere tempo!
Quanto c’è di autobiografico in Non ci sarò?
Sicuramente molto. Anni fa, con il mio partner di allora, vedevo che le cose non erano più le stesse. Non c’era più la magia né le farfalle nello stomaco. Era cambiato, non mi fidavo di lui e, in realtà facevo bene! Tutto quello che era il mio mondo mi è crollato addosso. Ho passato un brutto momento della mia vita però poi mi sono rialzata, imparando a camminare da sola. Da quest’esperienza mi sono resa conto che stavo basando la mia vita su una persona. Solo dopo venivo io, e stavo sbagliando. Mi è servito per non rifare più lo stesso errore.
Veronika viene dall’esperienza di Area Sanremo, e Sanremo, si sa, è la casa della musica italiana più tradizionale. Questo singolo rimane da un lato in questo alveo, dall’altro vira anche verso l’elettronica.
Già, Sanremo è un palcoscenico tradizionale ma ogni anno si intravede qualche novità. L’esperienza di Area Sanremo è stata molto interessante, sia per i seminari con gli addetti del settore musicale che per le nuove amicizie strette. La mia dimensione musicale è un electro pop che a tratti richiama il soul e la black music, lasciando tuttavia spazio a nuove contaminazioni. La musica, come noi stessi, è in continua evoluzione. Una musica “statica” significherebbe che non abbiamo più voglia di metterci in gioco e che abbiamo smesso di arricchirci di novità.
Che musica ascolta Veronika? Quali i suoi studi?
Ascolto di tutto, dalla musica classica al metal, però la black music e la musica pop elettronica mi affascinano da sempre soprattutto perché mi permettono di giocare di più con le sfumature del mio timbro vocale. Mi piacciono diversi artisti di diversi generi e stili musicali come Amy Winehouse, Erykah Badu, Laurin Hill, Selah Sue, Stevie Wonder, Marvin Gaye, Bill Withers, Dua Lipa, Taylor Swift, Megan Trainor, Ariana Grande, John Legend, Imagine Dragons, One Republic, Nirvana, Avril Lavigne, System of a down, Elisa, Giorgia, Tiziano Ferro, Arisa, Paola Turci, Francesca Michielin, Tiromancino. Confesso che alcuni di loro mi hanno influenzato molto. Ho iniziato a prendere lezioni di canto all’età di otto anni e, da allora, non ho più smesso di cantare. Dopo il liceo di Scienze Sociali di Sacile, ho frequentato l’attuale BIMM di Londra, mi sono laureata al conservatorio Ghedini di Cuneo e ho partecipato a diversi workshop e seminari sulla scrittura e sulla vocalità.
Veronika si fida del suo istinto? Cosa le dice?
Sì, mi fido del mio istinto, che mi sta dicendo di continuare, di lanciarmi, provare nuove sfide, trovare nuovi pezzi. Non mi fermo mai, perché chi si ferma è perduto!
Se il finale di Non ci sarò sottolinea come il cambiamento sia l’unica certezza del futuro, cosa c’è nel futuro di Veronika?
Nel mio futuro c’è tanta musica, continuerò con i miei allievi di canto, con le scuole dell’infanzia e le scuole primarie e, soprattutto, ci saranno tanti live, nuove canzoni con diverse collaborazioni. Sono già pronti dei nuovi brani, però non voglio ancora svelarvi troppo: scoprirete tutto seguendomi. Nel frattempo i live continuano, dal mare alla montagna. Gli impegni sono tanti e il 28 luglio aprirò il concerto di Roy Paci a Giais, vicino Pordenone, al festival “Giais on the rock”: una serata all’insegna dell’ultimo Festival di Sanremo.