Negli ultimi mesi l’emergenza Xylella ha fatto registrare un ulteriore peggioramento, al punto da divenire drammatica e da costringere l’Unione Europea ad allargare a nord la zona cuscinetto – nel Sud della Puglia – fino alla Terra di Bari.
Solo ora i pugliesi e gli italiani iniziano a rendersi conto che il non essere stati in grado – in cinque anni – di fermare l’avanzata della xylella fastidiosa in Salento (dove avrebbe dovuto essere più facile) può portare a conseguenze disastrose per un intero settore. A quanto afferma il ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, già i vivaisti italiani lamentano di non poter esportare in alcuni paesi nel mondo, perché non siamo xylella free. Ma i danni per la Puglia e l’olivicoltura potrebbero avere conseguenze ben più durature e gravi. Per non dire del rischio che l’Italia subisca una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea.
Centinaio, giunto ieri in Salento per tastare con mano la gravità della situazione e adottare le misure più opportune, ritiene che non ci sia bisogno di un altro commissario straordinario per gestire questa emergenza, e intende operare congiuntamente alle istituzioni europee e alla Regione Puglia. Il ministro spera di riuscire a presentare un piano di contrasto alla Xyella al massimo entro fine settembre, se non prima. “Stiamo valutando insieme all’Europa la richiesta di un decreto con il quale la Regione Puglia, come ci chiede, possa procedere immediatamente all’abbattimento di ulivi infetti nella zona cuscinetto una volta individuato il contagio. Quello che posso dire è che farò di tutto per tutelare la salute pubblica e gli agricoltori”, ha dichiarato Centinaio.
“Il primo obiettivo deve essere – ha proseguito – a tutela di chi lavora questi terreni, di chi vuole produrre, e anche di tutti quei produttori che sono oltre la zona cuscinetto. Penso ad esempio alla zona del barese dove sono tutti preoccupati o ai vivaisti italiani che in questo momento si sentono dire che in alcune zone del mondo non possono esportare perché non siamo xylella free”.
Il presidente Michele Emiliano, dal canto suo, si dice fiducioso sulla possibilità di trovare una soluzione adeguata: “Ci sono due livelli della battaglia: evitare che l’infezione si estenda ad altre zone, e per quello non c’è altro rimedio che tagliare gli alberi infetti nella zona cuscinetto come impone l’Unione europea, e poi restituire un futuro all’olivicoltura pugliese che è stata colpita duramente. Qui c’è gente che ha dovuto licenziare, che non riesce più a far funzionare le proprie aziende”.
Sul fronte operativo, intanto, la strada da percorrere per contrastare la Xylella è quella della lotta chimica e degli innesti. La prima opzione è stata mostrata al ministro in un oliveto ammalato che è rimasto produttivo grazie a un medicinale che ha dato buoni risultati; la seconda è stata illustrata in un altro terreno, dove vari tipi di ulivo sono stati innestati per verificare la resistenza di determinate cultivar rispetto alla Xyella.
Non mancano, dunque, motivi di speranza e di fiducia. Ma la battaglia contro la peste degli ulivi appare ancora lunga e difficile da combattere.