Il richiamo della poesia tra note e parole

È ispirato al “recitar cantando” seicentesco, lo spettacolo “Assoli, variabili itineranti fra suono e parola" del flautista Vincenzo Mastropirro alla Galleria Nazionale di Bitonto

Per un musicista, l’assolo è il momento della massima espressione artistica, l’occasione per dare il meglio di sé a chi l’ascolta, lasciandosi condurre dalle note in mondi trascendentali e trasmettendo i suoni delle corde più profonde della propria anima.

Il termine, che letteralmente descrive la condizione di chi si trova “da solo” ad eseguire una melodia all’interno di un contesto orchestrato, potrebbe dunque indicare, ad un certo momento e in un definito spazio, il richiamo della poesia che spinge l’artista a farsi interprete privilegiato, mediante parole di suoni o suoni di parole.

“Assolo”, foneticamente, sembra molto simile alla forma dialettale “assòle”. Tuttavia, non esprime una condizione di solitudine, giacché non è isolamento ma individualità, ossia linguaggio di una personalità che ha desiderio e motivo di ricamare il suo drappo universale di bellezza, grazie agli strumenti dell’arte. Così lo spettacolo, in scena alla galleria nazionale “Girolamo e Rosaria Devanna”, per la Bitonto Estate, s’è avvalso della musica e della poesia per dare corpo al carattere sfaccettato di Vincenzo Mastropirro, flautista ruvese, bitontino di adozione.

Vincenzo Mastropirro (foto: Nicola Del Giudice)

Il progetto “Assoli, variabili itineranti fra suono e parola” prende spunto dal “recitar cantando”, una “modalità utilizzata a partire dal 1600 in ambienti aristocratici romani in cui, alle proprietà narrative delle vicende da tramandare, si aggiunsero qualità espressive canore via via sempre più indirizzate verso la recitazione cantata”.

Al canto, Mastropirro sostituisce il suono degli strumenti, e permuta il nome del suo spettacolo in “recitar sonando”. Così come previsto nella versione originale, questo tipo di esecuzione non indica né uno stile né una tecnica. Ecco, quindi, un viaggio nell’esperienza personale del musicista-poeta che si avvale di opere a lui care per ripercorrere “alcune tappe fondamentali” del suo peculiare cammino artistico.

Al pianoforte, Domenico Bruno (foto: Nicola Del Giudice)

La selezione musicale proposta alla galleria nazionale spazia da Bach a Mozart, da Vivaldi a Pergolesi, da Gluck a Donizetti, da Korsakov a Ravel, fino a Poulenc e Rota. Brani di amplissima notorietà, carichi di magnificenza e potere espiatorio, così come le poesie scelte per completare il programma. Alle liriche dei grandi autori del passato quali Foscolo, Leopardi, Ungaretti, Scotellaro, Merini, Pavese, Toma e Hikmet, si intrecciano i versi nella lingua d’origine dell’autore ruvese. Mastropirro è infatti riconosciuto poeta dialettale, trovando nella parlata popolare la sua espressione più intima e totalizzante.

L’attore Francesco Tammacco (foto: Nicola Del Giudice)

La serata, promossa dall’assessorato alla cultura, è così diventata un’oasi esclusiva di tranquillità esistenziale, in un tempo convulso e disorientato. I linguaggi artistici, infatti, sono una vera e propria panacea nella febbre della società infettata dal virus della vacuità e della violenza. Un vero “dramma” dal quale il poeta delle parole e delle note cerca almeno di fuoriuscire illeso grazie ai buoni sentimenti, gli unici in grado di risollevare gli animi, attraverso le “armi” che l’arte fornisce. Come spiega Mastropirro, il progetto “recitar sonando” ha il fine di “trasmettere la voglia di vivere nell’ottica dell’opportunità che la vita stessa ci offre”.

Allo spettacolo, dal tono “dinamico e conviviale”, hanno partecipato il pianista Domenico Bruno e l’attore Francesco Tammacco, completando, in “Assoli”, un trio singolare per una serata unica.