Quella di ieri passerà agli annali di Bari come una giornata storica, in cui il successore di Pietro guardando dalla costa pugliese ad est, ha voluto pregare per la pace nel Medio Oriente insieme ai patriarchi delle chiese orientali.
Le parrocchie, le associazioni e i movimenti, già alle prime luci dell’alba, si sono mossi in direzione di largo Giannella, luogo scelto per la preghiera ecumenica. Alle 7 del mattino, papa Francesco ha lasciato Roma per giungere a Bari alle 8,15, presso il piazzale Cristoforo Colombo.
Qui è stato accolto dall’arcivescovo, mons. Francesco Cacucci, dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dal prefetto Marilisa Magno e dal sindaco di Bari, Antonio Decaro. Subito dopo, si è recato alla basilica pontificia di San Nicola, dove ha salutato singolarmente i patriarchi.
Entrando per ultimo, il santo padre ha portato il suo saluto anche alla comunità dei frati domenicani. Francesco e i patriarchi sono scesi, quindi, nella cripta per venerare le reliquie di San Nicola, il cui culto, come ha ribadito il papa, valica i confini tra le chiese.
Il corteo ha raggiunto, quindi, largo Giannella, dove è stato sommerso dal calore di decine di migliaia di fedeli.
Nell’introduzione alla preghiera comunitaria, Francesco ha definito Bari città dell’incontro e dell’accoglienza: due qualità conquistate grazie, anche, alla profonda venerazione per la Beata Vergine Maria Odegitria e per San Nicola.
L’intera giornata è stata vissuta con il cuore rivolto al Medio Oriente, luogo in cui il Signore ha vissuto le tappe fondamentali della sua vita e dove, secondo Francesco, affondano le radici le nostre stesse anime di cristiani.
Quei territori oggi sono teatro di guerre, violenza e migrazioni forzate: “tragedie devastanti – ha sottolineato il santo padre – occultate da silenzio e complicità”.
“I cristiani – ha detto papa Francesco, a cui, insieme ai patriarchi, è stata consegnata una lampada uniflamma – devono essere la luce che non si rassegna all’oscurità grazie alla speranza e alla preghiera. L’indifferenza di fronte ai fatti terribili di queste terre uccide e noi vogliamo essere voce per contrastare l’omicidio dell’indifferenza”.
Dopo l’introduzione, tutti i capi delle chiese hanno professato le loro preghiere e i loro canti, nelle lingue di appartenenza.
Al termine dell’incontro di preghiera, il pontefice e i patriarchi hanno fatto ritorno alla basilica di San Nicola per l’incontro a porte chiuse.
Giornate come queste ricordano al popolo cristiano che la pace è un valore da perseguire quotidianamente, specialmente nei territori segnati da incomprensioni e divisioni profonde e antiche come il Medio Oriente.
Il cristiano deve essere costruttore di pace, come spiega Francesco, superando le barriere dell’odio e dell’indifferenza. La preghiera e la speranza, oltre che il diaogo, sono gli ingredienti essenziali per aiutare il Medio Oriente che piange e soffre.