Questo è un anno importante per il Centro Ricerche di Storia e Arte di Bitonto, che celebra il suo cinquantesimo anniversario.
Lo storico sodalizio bitontino, nato dall’entusiasmo di un gruppo di giovani e talentuosi studiosi, impegnati ancora oggi, insieme ai tanti altri aggiuntisi nel corso degli anni, a portare avanti la coraggiosa e puntuale ricognizione sulla storia e l’arte locale, con le opportune aperture a scenari più ampi, vide la luce, infatti, nel lontano 1968.
Il 2019 segnerà, poi, un momento non meno rilevante, quello del cinquantenario di Studi Bitontini, rivista periodica di stimolanti e preziosi saggi, raccolti e redatti dallo stesso Centro Ricerche.
In attesa e in preparazione delle prossime pubblicazioni, è davvero il caso di soffermarsi sull’ultimo numero della rivista (103-104 del 2017), ricco di contenuti significativi per tutti gli studiosi e appassionati del patrimonio culturale della nostra Puglia, e non solo.
Non bisogna lasciarsi ingannare dal titolo, infatti: pur dedicando ampio spazio alla città dalla quale prende il nome, Studi Bitontini non limita ad essa il proprio raggio d’azione divulgativa ma contiene elaborazioni relative alla storia, alla letteratura, alla musica, all’ambiente e al paesaggio, all’arte in un’ottica più ampia. In particolare, questo numero doppio tocca argomenti riguardanti numerose città, e protagonisti della vita della nostra regione nei secoli passati; comprende saggi, documenti e discussioni, due recensioni e numerose schede bibliografiche, e registra infine anche la vita e gli eventi del Centro Ricerche per il periodo considerato.
Ma lasciamo che a parlarci in modo più approfondito di questo bel volume siano proprio coloro che ne hanno curato la pubblicazione. Primo piano ha difatti intervistato il prof. Stefano Milillo, fresco di riconferma come presidente del Centro Ricerche, il direttore editoriale, prof. Custode Silvio Fiorello, associato di archeologia presso l’università di Bari, il direttore responsabile, il giornalista Marino Pagano.
Può farci una panoramica sull’ultimo numero di Studi Bitontini?
Stefano Milillo. Studi Bitontini è una rivista che si pubblica ininterrottamente da quasi cinquant’anni e che fa onore alla comunità degli studiosi che l’ha fondata, a chi con passione l’ha condotta, a chi ora la dirige, alla stessa città di Bitonto che può annoverare tra le sue eccellenze in campo culturale questo prestigioso periodico. Dico prestigioso perché ha assunto un livello così alto, per la scientificità e il valore dei contributi, da diventare oggetto di interesse da parte del mondo accademico e scientifico non solo della Puglia. Basta scorrere qualche indice della rivista per capire di quali firme si fregia. Un lungo cammino che ha visto ospitare nomi eccellenti della cultura italiana.
Particolarmente importante il fascicolo n. 103-104, che proprio fascicolo non è, ma un corposo numero che, in ben 262 pagine, raccoglie studi e riflessioni che abbracciano una vasta area regionale e vanno dal campo artistico, dalla pittura, scultura, architettura, con Annibaldis, Mignozzi, Palmisano, Sicolo, De Nicola, Tangorra, a quello musicale con due studi ancora su Traetta, di Pice e Voiculescu, a quelli letterari di Bernardi, agli altri strettamente storici, di Minenna, Giorgio, Ricci, De Ceglie, e didattici, con Fioriello e altri.
Mi pare doveroso sottolineare che molti contributi sono frutto delle indagini di giovani che si affacciano al campo della ricerca e che ormai hanno consolidato le loro esperienze in merito. Un vanto per la nostra rivista che offre spazi opportuni alle nuove leve, come ha fatto nel passato quando ha ospitato per la prima volte firme di autori, affermatisi poi nel campo della scienza e del sapere, come Andreassi, Volpe, Dell’Aquila per rimanere solo nel campo dell’archeologia.
Di quali beni culturali vi siete occupati? In quali città della Puglia? Quali epoche sono state toccate?
Silvio Fioriello. Studi Bitontini, rivista scientifica semestrale del Centro Ricerche di Storia e Arte Bitonto, fondata nel 1969 e pubblicata regolarmente – con cadenza quadrimestrale fino al 1989 –, si propone quale sede privilegiata per ricerche, approfondimenti, confronti su temi, documenti, eventi nonché problemi di tutela e gestione relativi alla storia, al paesaggio, al patrimonio tradizionale e alla cultura materiale della Puglia, con particolare riferimento al contesto di Bitonto. Lungo questo arduo ma assai interessante crinale, che da molti lustri la rivista cerca di percorrere con slancio e convinzione, le ricerche proposte in questo numero riguardano l’ambito bitontino e abbracciano altresì direttamente Bari, Giovinazzo, Lecce, Ruvo di Puglia, fino ad attingere idealmente orizzonti di respiro italiano e paneuropeo attraverso le suggestioni, le relazioni e le contaminazioni tematiche sostenute dai contributi proposti, soprattutto quelli dedicati alla musica di Tommaso Traetta nonché alla temperie storico-artistica declinata tra Medioevo ed età contemporanea.
Quanto spazio è stato riservato a Bitonto?
Marino Pagano. Come il nome chiaramente riporta e riferisce, la rivista è pensata e pubblicata nella città di Bitonto, per merito ormai davvero storico – l’anno prossimo si celebra il cinquantenario – del Centro Ricerche di Storia e Arte Bitontina. Tuttavia, sin da subito l’impostazione è stata quella di studi afferenti territorialmente ad ambiti ben più vasti, guardando a tutta la Puglia se non all’intero Mezzogiorno. Se si scorre l’ingente mole di saggi e articoli pubblicati nei decenni su Studi Bitontini, si tocca con mano gran parte della storia e della cultura della Puglia, soprattutto proprio nei suoi legami con aspetti inerenti la stessa Bitonto. Questo numero, dunque, non fa eccezione in questo senso. Gli eventi e le storie bitontine o degli uomini illustri della città sono sempre letti nella duplice dimensione locale-globale. Si pensi a Giovanni Modugno, grande educatore e studioso. L’approfondimento sul suo pensiero inerente l’intervento italiano durante il conflitto bellico va in questa direzione. Si tratta di un saggio di Michele Giorgio. Ma è solo un esempio.
In questo volume, ampio spazio è stato dedicato a Tommaso Traetta.
Stefano Milillo. Continuano gli approfondimenti e gli studi su Tommaso Traetta su cui la rivista è tornata spesso, riuscendo ad essere traino per la riscoperta del grande musicista. Ed ecco che Nicola Pice evidenzia la novità del nostro nel tentativo ben riuscito – specialmente nell’Antigone – di realizzare in pieno la riforma del melodramma, nel considerare la musica non come semplice ricerca estetica e doveroso accompagnamento delle voci cantanti, ma rendendola essa stessa interprete del dramma scenico. Il librettista Coltellini in sintonia con Traetta realizza nell’Antigone una meravigliosa sintesi di musica e poesia.
Il “ripescaggio”, tra le attività del liceo classico “Carmine Sylos” di Bitonto, di una relazione tenuta dal rumeno Voiculescu – grande studioso del nostro musicista – permette alcune riflessioni sulla necessità del recupero di tutte le opere di Traetta per definirne, in tutti i suoi contorni, la valenza stilistica e musicale.
Un altro protagonista di questo numero di Studi Bitontini è Giovanni Modugno.
Stefano Milillo. Michele Giorgio riprende ricerche a lui congeniali riguardanti personalità e fatti del primo Novecento. In questo caso, dopo un quadro storico che illustra quel periodo meraviglioso dal punto di vista del dibattito politico e culturale – è il periodo di Giuseppe Caiati, Tito Spinelli, Gaetano Salvemini, Giovanni Colella – riporta una lettera di Giovanni Modugno che interviene nel dibattito tra neutralisti ed interventisti a proposito della Prima Guerra Mondiale. Da buon socialista, seguace di Salvemini, il nostro non poteva che essere interventista, ma non per la guerra che è sempre esecrata, ma per la lotta contro ogni forma di imperialismo e dittatura.
Quali recensioni sono presenti nella rivista?
Marino Pagano. La recensione, in una rivista scientifica di studi, è per prassi cosa diversa rispetto alle cosiddette schede bibliografiche. Laddove nella prima la pubblicazione in rassegna costituisce il pretesto per approfondimenti veri e propri, che portano nuovi contributi alla causa, la scheda si attiene ai temi presenti nel libro attenzionato, certo indagando con acume quello specifico argomento. In questo numero sono presenti due recensioni propriamente dette. Una sul libro di Michele Ruggiero “Odore di terra. Sentieri tracciati da Giovanni Modugno, Primo Mazzolari, Grazia Deledda”, a cura di Nicola Pice. L’altra si concentra su uno studio a firma di Custode Silvio Fioriello, direttore editoriale di Studi Bitontini: “‘Poediculorum oppida’. Spazi urbani della Puglia centrale in età romana”. La recensione è di Giuseppe Schiavariello.
In questo volume ha partecipato con uno studio nel quale si parla di modalità per coinvolgere chi fruisce dei beni culturali, ad esempio con videogiochi educativi, come quelli utilizzati ad Egnazia…
Silvio Fioriello. Studi Bitontini consapevolmente incarna ed esprime l’esigenza di accompagnare e conciliare lo studio e l’interpretazione delle dinamiche culturali – nella loro variegata articolazione materica e semantica – con l’esigenza di gestire forme di puntuale e pure gradevole divulgazione del datum storico. L’articolo cui si fa riferimento si inserisce nel solco così rappresentato. La finalità perseguita dalla ricerca nel campo del patrimonio culturale, nella fattispecie qui proposta nei suoi esiti preliminari, consiste proprio nell’approntare applicazioni per dispositivi tecnologici avanzati capaci di sostenere ‘piacevoli’ dinamiche esperienziali nella fruizione dei beni culturali: il contributo focalizza alcune caratteristiche delle applicazioni sviluppate e prova a chiarire come la creatività e le innovative modalità di comunicazione gestite dal fruitore, ‘End-User Development– EUD’, possano essere utilizzate per sortire l’obiettivo indicato.
Cosa potrà trovare il grande pubblico pugliese nella rivista?
Marino Pagano. Come si diceva, la Puglia, con il passato delle sue dominazioni politico-sociali, spesso invidiabile fonte all’irrinunciabile ottica culturale della complessità, è per noi al centro degli approfondimenti offerti. Il lettore-cittadino pugliese troverà come sempre in Studi Bitontini un valido pretesto per esprimere un amore appassionato e però consapevole verso il suo territorio. Non serve e mai servirà un’appartenenza sganciata dalla conoscenza. La rivista cerca di trasmettere un contributo in questo senso.
A che punto sono i lavori per il prossimo numero?
Silvio Fioriello. Il 2019 segna il cinquantesimo anniversario della fondazione di questo nostro periodico: un traguardo di sicuro prestigio – per parafrasare il presidente Milillo –, ma anche di grande responsabilità. L’intera redazione sta lavorando, dunque, all’edizione del volume 105-106 del 2018, previsto in uscita entro l’anno, così da dedicare ogni energia al numero del ‘cinquantenario’. Il volume saprà accogliere sia le sezioni canoniche sia alcuni approfondimenti sulla pluridecennale vicenda socio-culturale di Studi Bitontini. Si vuole continuare ad assicurare a una vasta comunità di lettori – appassionati, studenti, studiosi, ricercatori, docenti, funzionari degli uffici periferici del MiBACT – un riferimento solido per indagare la storia locale e globale: uno strumento duttile e capace di costruire la quotidianità della consapevolezza storica. E, così, si può pensare che historia magistra vitae, come sostiene Cicerone, ma anche che vita magistra historiae, con Gaetano de Sanctis, perché “ogni storia è storia contemporanea”, come per Benedetto Croce, dunque ‘fare storia’ significa guardare al passato con gli occhi del presente.