Camminare a Bitonto è diventato un vero supplizio: è davvero raro non sentire il tanfo asfissiante dei gas di scarico delle auto che si affollano per le vie del centro a tutte le ore del giorno. Per valutare il livello d’inquinamento atmosferico causato dal traffico veicolare nei quartieri cittadini, è sufficiente fare un giro in campagna, magari, sulle Murge.
La differenza nella qualità dell’aria è lampante, il sollievo immediato. Certo, lo spazio sulle nostre teste è ammorbato anche da altre fonti d’inquinamento pericolose, come le industrie vicine, le discariche, gli inceneritori, gli aerei in fase di decollo o atterraggio e chi più ne ha più ne metta. Tuttavia, il motivo diretto della sofferenza respiratoria ad altezza d’uomo è la circolazione degli autoveicoli, magari datati e non catalizzati.
All’ancora troppo diffuso impiego di carburanti fossili per la mobilità, si aggiunge la pessima abitudine della gente che usualmente si sposta in automobile per andare al negozio in pieno centro o per fare il giretto col solo egoistico fine di svagarsi, ignorando completamente il danno che arreca ai pedoni. Un modus vivendi che neppure il costo elevato del carburante riesce a scoraggiare, tant’è radicato nella cultura dell’homo “urbanus”, così votato alla sua venefica routine.
Diventa, pertanto, impossibile concedersi una passeggiata in città senza provare un vero e proprio disturbo fisico per le tossine che i fieri auto-dipendenti ci costringono ogni volta a incorporare. Vero è che le nostre città, cresciute in poco spazio, compatte e con le vie sottodimensionate, non hanno permesso di realizzare fasce “filtro” di vegetazione, utili a tutelare le aree pedonali, così come l’assenza di viabilità alternativa finisce per portare in centro pure i mezzi che eviterebbero volentieri di passarvici.
Per fortuna, in tutto questo smog, uno spiraglio di luce si apre grazie ai nuovi investimenti per la diffusione di altre tipologie di motori. Vero rimedio all’inquinamento atmosferico e acustico delle strade urbane, i veicoli elettrici sono, ad oggi, una scommessa per le industrie automobilistiche e una speranza per i cittadini. Se per i modelli cosiddetti ibridi l’autonomia è garantita dalla presenza di un propulsore a benzina, per le auto totalmente elettriche è necessario ricaricare le batterie ad apposite colonnine.
Anche a Bitonto, grazie a un recente provvedimento di giunta, la “Enel x Mobility srl” è stata autorizzata ad installare la sua rete di infrastrutture in aree apposite individuate insieme all’amministrazione comunale. Si tratta di un primo vero passo verso un futuro più salubre per chi vive in città, in linea con le direttive nazionali ed europee sulla riduzione delle emissioni di inquinanti in atmosfera.
Nello specifico, la “Direttiva 2014/94/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014 (recepita con D. Lgs. 257/2016) sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi” stabilisce un quadro comune di misure per “ridurre al minimo la dipendenza dal petrolio e attenuare l’impatto ambientale nel settore dei trasporti”.
Il protocollo d’intesa è stato firmato grazie anche alla richiesta ufficiale del comitato di quartiere 3 “Nova via”. Come si legge nel documento, le infrastrutture di ricarica (IdR) hanno diverse applicazioni. Tra queste ci sono “la mobilità privata su due e quattro ruote, il trasporto pubblico, la logistica, la gestione delle flotte”. Tutti i modelli sono gestiti con le più avanzate tecnologie informatiche per il controllo e la gestione remota (Electric Mobility Management) e “sono in grado di rispondere alle attuali e future esigenze di una mobilità urbana evoluta e sostenibile”.
Si tratta di una decisione doppiamente vantaggiosa in quanto, oltre a incentivare la diffusione dei veicoli elettrici, con conseguente miglioramento della qualità dell’aria, non comporta alcun onere finanziario a carico del bilancio comunale.
L’auspicio è che, con queste semplici ma importanti decisioni, possa davvero iniziare una rivoluzione ecologica, basata soprattutto su uno stile di vita che tenga conto del rispetto dell’ambiente e della salute di tutti, anche dei tanti malcapitati passanti.