A dare un volto sonoro all’estate, traducendola in sublime partitura musicale, ci aveva già pensato Antonio Vivaldi nelle sue “Quattro stagioni”. Scegliere di celebrare il solstizio d’estate istituendo, nella giornata del 21 giugno, la Festa della Musica è stata, dunque, un’inevitabile conseguenza.
Promossa nel 1982 in Francia, la Fête de la Musique vede oggi in Italia più di seicento città coinvolte. Non manca all’appello Bitonto che, quest’anno, ha inaugurato la prima sera d’estate con “La Notte dei Cori”, inserita nell’ambito degli spettacoli del Tof, il Traetta Opera Festival. L’iniziativa segue la scia della manifestazione che in Francia invita tutti i musicisti a esibirsi in strade, corti, piazze e castelli.
Bitonto ha aperto al pubblico le porte di alcuni degli edifici più belli del centro antico, trasformandoli in altrettanti palcoscenici per cinque formazioni corali già protagoniste, negli anni, di importanti produzioni sinfonico-corali del Tof.
Obiettivo dell’evento, come ha spiegato il direttore artistico del festival, il maestro Vito Clemente, guidare il pubblico in una passeggiata musicale fra le vie della città vecchia, coinvolgendolo in un’inedita e interessante esperienza sonora. Obiettivo centrato grazie al programma che ha scandito la serata con concerti corali all’interno di cinque tra i più bei luoghi d’arte di Bitonto.
Prima tappa, la chiesa di San Gaetano, dove il pubblico ha apprezzato le melodie del coro lirico giovanile “Città di Bitonto”, diretto da Anna Lacassia. Particolarmente attivo nel Bitonto Opera Festival, ha eseguito brani di Rossini, Verdi e Vivaldi, facendone risuonare le note tra le volte della chiesa con gli affreschi barocchi di Carlo Rosa.
Concerti corali, a distanza di venti minuti l’uno dall’altro, replicati in una seconda tornata, hanno permesso agli spettatori di spostarsi da un sito all’altro, gustando atmosfere e qualità musicali differenti.
Ad accoglierli all’ingresso della galleria nazionale “Girolamo e Rosaria Devanna”, seconda tappa della kermesse, la corale polifonica “Michele Cantatore” di Ruvo di Puglia. Intitolata al maestro che per cinquantanni fu organista della cattedrale della sua città, l’ensemble ha regalato al pubblico un repertorio che ha spaziato, con leggerezza, dal Seicento al Novecento.
Nell’elegante cornice del portico di palazzo Sylos-Calò, il coro diretto da Angelo Anselmi ha percorso armoniosi sentieri musicali dall’Ave Maria di Caccini a quella di Astor Piazzolla. Insieme ad un assaggio di compositori spagnoli, quali Busto e Miserachs, per, poi, salutare il pubblico con le celebri “Vacanze Romane” di Golzi e Marrale.
Palazzo Cioffrese, dimora storica di una delle famiglie che s’impegnò nell’edificazione del “Teatro Umberto I”, oggi “Tommaso Traetta”, ha ospitato, nel cortile neoclassico dalla particolare forma ellittica, il Coro Harmonia dell’ateneo barese.
Diretti dal maestro Sergio Lella, i quaranta componenti, tra studenti ed ex studenti, accompagnati al pianoforte da Barbara Rinero, hanno eseguito un ricco e colorito repertorio, da “Il Carnevale Italiano” di Rossini a “Insalata Italiana” del tedesco Genèe.
La passeggiata musicale tra i vicoli del centro antico è proseguita con una sosta alla biblioteca Rogadeo, la cui ampia corte quadrangolare è stata teatro, con la direzione di Antonio Allegretta, del concerto dell’Alter Chorus di Molfetta. Una formazione che, ponendo il melodramma al centro del proprio repertorio, non ha potuto fare a meno di impreziosire l’architettura tardo-barocca dell’edificio con musiche della tradizione operistica.
A cominciare da un verdiano “Va Pensiero”, seguito da alcune arie de “La Traviata”, passando per Bellini sino a “La Vedova Allegra” di Lehar.
Ultima tappa, lo scenografico cortile, dominato dall’allegorico loggiato di gusto fiorentino di Palazzo Vulpano Sylos, che ha visto protagonista il Coro Jubilate di Conversano.
L’organico composto da quarantacinque voci, dirette da Donato Totaro, ha proposto un repertorio che spazia dalla polifonia classica rinascimentale alla musica contemporanea.
In scaletta, melodie della tradizione ebraica e medievale, senza escludere quella napoletana, con un brano come “Cicerenella”, il novecento italiano con Sciorilli e quello irlandese con McGlynn.
Un’innovativa e coinvolgente proposta culturale, un tripudio di voci cristalline che, riecheggiando nelle corti della città antica, hanno annunciato con giusta enfasi l’arrivo dell’estate.