In cinque secondi è il terzo e più recente disco realizzato da Tosello. Una svolta per il cantautore genovese. Se nei due precedenti lavori – gli EP Silenziosamente (2013) e Anime (2016) – erano le chitarre elettriche a farla da padrona, In cinque minuti a prevalere è il pianoforte, ma non senza un pizzico di sale dall’elettronica.
Pur raccogliendo la tradizione del cantautorato, la musica di Tosello vuole rimanere “sinonimo di semplicità, immediatezza ed evocazione”, mentre spazia tra pop e rock con tutta la modernità dell’espressione e dei temi trattati. Oltre alla title-track, si segnalano brani come Talia, Senza voltarsi, Come un giorno qualunque e Vetro, oltre al singolo Incanto, il cui videoclip descrive una storia in crisi, ambientata per “le strade infinite di Genova”.
Importante nell’economia dell’album è la collaborazione con Simone Momo Riva (drum programming, basso, synth, xilofono), pure nella veste di produttore e arrangiatore. I brani sono anche impreziositi dall’impronta lasciata qua e là da diversi altri musicisti: Flavia Simonetti (violino), Francesca Roberto (violoncello), Elisabetta Padrin (voce), Daniele Iacomini (sax baritono), Federico Gregori (steel guitar e mandolino), Enrico Laganà (basso).
Abbiamo incontrato il cantautore, che ha accettato volentieri di rispondere alle nostre domane.
La copertina di questo disco mostra un Tosello “a pezzi”. Come è nato l’artwork?
Da un’idea del mio amico grafico Nicola Napoli (Wicked Studios, rivolta ad evocare il senso del disco attraverso una copertina forte. Il mio viso è diviso in pezzi di vetro, quasi a rappresentare la fragilità dell’essere umano.
Quale la storia narrata in Incanto?
Con questo brano ho voluto parlare dell’incomunicabilità. Il brano parla di una coppia ormai alla fine del rapporto, in una Genova autunnale. L’unica cosa rimasta tra i due è l’attrazione fisica ma in un contorno di totale assenza emotiva.
Potrebbe essere tranquillamente la mia storia, ma anche la storia di tanti altri. Quasi tutti ci siamo trovati di fronte ad un rapporto di questo tipo.
Questo disco segna una svolta. Ce ne vuoi parlare?
La decisione è in parte mia, per una necessità di crescita e maturità, in parte del mio produttore Simone Riva. Volevamo sperimentare e creare un disco che potesse cogliere il senso del moderno in contrasto col cantautorato classico italiano. I precedenti dischi erano simili tra loro. Così, abbiamo avvertito la necessità di voltare pagina e lasciarci guidare dalla sperimentazione. Credo fortemente nell’evoluzione di un artista, nella continua ricerca del suono.
Cosa può succedere In cinque secondi?
In cinque secondi possono accadere tantissime cose. Tutti siamo abituati a percorrere la stessa strada, ogni giorno. Cosa succederebbe se in pochi secondi decidessimo di cambiare tragitto? Anche in un tempo cosi breve la nostra vita può cambiare, modificarsi. Siamo noi a decidere. Attraverso questa canzone ho voluto sottolineare il cambiamento, la voglia di manifestare le nostre passioni, il desiderio di ricominciare anche quando sembra tutto buio. In cinque secondi è il mio brano preferito.
In cosa consiste la semplicità di Tosello?
Quando si parla di semplicità mi riferisco all’espressione musicale. A mio avviso è fondamentale giungere al pubblico nella maniera più naturale possibile. Le mie canzoni devono essere dirette, devono emozionare. Non servono messaggi troppo complessi o troppi giri di accordi. Bastano le note e le parole giuste.