Emiliano “mette il turbo” al Reddito di Dignità

Dal 1° luglio la Puglia allarga la platea dei beneficiari per tutelare gli esclusi dalla misura nazionale del Reddito di Inclusione

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La legge di bilancio 2018 ha abrogato i requisiti familiari finora previsti per accedere al Reddito di Inclusione (REI), la misura di sostegno alle famiglie in difficoltà voluta dal governo Renzi e partita all’inizio di quest’anno.

Fino ad ora per ottenerlo era necessario avere in famiglia almeno un minore, un disabile, una donna in avanzato stato di gravidanza o un disoccupato over 55. Adesso, invece, basta rientrare nei requisiti di residenza e cittadinanza, oltre che, chiaramente, in quelli economici. Ovvero Isee inferiore ai 6.000 euro, Isre non superiore a 3.000 euro, valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20 mila euro e un valore del patrimonio mobiliare (depositi, conti correnti) non superiore a 10 mila euro (ridotto a 8 mila euro per la coppia e a 6 mila euro per la persona sola).

Ne consegue un naturale ampliamento della platea di beneficiari che si riflette nelle scelte di alcune regioni, Puglia in primis, di semplificare e ridurre ancor più le barriere d’accesso alle forme locali di integrazione al reddito. Importanti novità, infatti, interesseranno il Reddito di Dignità pugliese (il famoso ReD), che nel primo anno di sperimentazione ha riguardato 20mila nuclei familiari.

Michele Emiliano ha dichiarato che non solo ne viene riconfermata la necessità, ma che è intenzione della Regione tutelare tutti coloro che saranno esclusi dalla misura nazionale in virtù dello sbarramento di accesso determinato dalle soglie Isee e Isre, fissate rispettivamente a 6mila e 3mila euro.

Dal 1° luglio il ReD riguarderà infatti tutti coloro che, pur con Isee sotto i 6.000 hanno una componente reddituale superiore a 3.000. Sono stati individuati, inoltre, alcuni target specifici a cui assicurare una risposta mirata anche quando hanno un Isee superiore ai 6.000 euro: in primis, le famiglie numerose con più di 3 figli minori, i genitori separati senza casa e senza lavoro, persone con disabilità inserite in percorsi “dopo di noi”, donne vittime di violenza con o senza figli”, nuclei familiari con ISEE anche superiore ai 6 mila euro, con un congiunto che richieda prestazioni di assistenza familiare (lavoro di comunità) per un periodo di ricovero ospedaliero o riabilitativo presso strutture del SSR regionale, e successivo periodo di riabilitazione documentato.

Molte altre novità riguardano la possibilità per alcuni dei nuovi target individuati, di attivare il ReD contemporaneamente alla presa in carico sociale, cioè quando si determina la condizione di urgenza dell’intervento sociale, a prescindere da altri requisiti familiari.
Diversi elementi di semplificazione, inoltre, sono introdotti nella fase di gestione delle domande e dei pagamenti, con una responsabilità diretta dei Comuni ad operare sulla piattaforma informatica che collega Ambiti, Regione e Inps, per disporre immediatamente i dispositivi di pagamento, avendo verificato gli importi, anche con cadenza mensile e non più bimestrale.

L’ultima ma ancor più rilevante novità riguarda l’importo erogato per il beneficio, che, pur restando ancorato alla durata oraria del tirocinio o del lavoro di comunità prestato (di 12-18 o 24 ore settimanali), vede integrato di 100 euro l’importo per ciascuna delle fasce di contribuzione, che quindi diventano di 300, 400 o 500 euro.

Per recepire tutte le modifiche appena approvate, la struttura tecnica regionale insieme alla struttura informatica di InnovaPuglia stanno aggiornando la piattaforma informatica. Ciò ha reso necessario una breve sospensione della presentazione delle domande di Rei e Red fino al 30 giugno, per poi procedere dal 1° luglio a riattivare sulla nuova piattaforma.
Confermati da parte della Regione i fondi da bilancio autonomo e da FSE annualmente destinati alla misura del Reddito di Dignità, che annualmente sono impegnati nella misura di 25 milioni di euro complessivi.