Ecco Italia in Comune, il partito dei sindaci di cui fa parte Abbaticchio

Alla convention barese del nuovo soggetto politico, che promuove una forma di “civismo militante” per ricucire il legame tra società e rappresentanza politica, il saluto del primo cittadino di Bitonto

Com’era già ampiamente previsto, c’è anche Michele Abbaticchio, sindaco di Bitonto, tra le centinaia di amministratori che hanno deciso di aderire a Italia in Comune, il partito presieduto dal primo cittadino di Parma, Federico Pizzarotti, nato ufficialmente meno di due mesi fa a Roma e radunatosi a Bari due giorni addietro per celebrare la sua convention pugliese.

italia in comune
Michele Abbaticchio prende la parola durante la convention di Italia in Comune al Teatro Forma di Bari

Un nuovo soggetto politico, con sede legale nella città guidata dall’ex grillino, che – recita lo statuto – “nasce dall’esigenza di promuovere una cultura politica che si fondi sul conseguimento di una società più equa e giusta, che garantisca alle persone parità di accesso alla vita della Nazione e parità di dignità sociale”.

L’idea di fondo, ben esplicitata dal sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, nel corso dell’assemblea barese, è che gli amministratori locali, per natura del proprio ruolo posizionati in prima linea nell’ascolto dei cittadini e, dunque, depositari del disagio collettivo, possano legare assieme identità e innovazione, storia e futuro delle proprie comunità, e ricompattarle attorno ad un rinnovato “civismo militante”, combattendo così la disaffezione e la profonda frattura tra società e rappresentanza politica manifestatasi, con particolare evidenza, nell’ultimo decennio.

Del resto, è il nome stesso della formazione politica a metterlo subito in chiaro: protagoniste di questa nuova proposta sono comunità e amministrazioni locali, chiamate ad un (ri)congiungimento all’interno di un percorso che possa condurre dalla “società che sogniamo”, come si legge nella carta dei valori, alla “società che vogliamo”. A saldare cioè, attraverso la politica, “la visione ideale con il mondo del realizzabile”.

Particolare attenzione, pertanto, è riservata, sin dalle scelte denominative, alle autonomie locali, così come richiamate dall’articolo quinto della Costituzione, ai cui principi dichiara di ispirarsi il neo partito. Che, nel valorizzare ciò che è “comune”, si pone programmaticamente contro i populismi (e qui lo scarto degli ex pentastellati, tra cui figura anche l’ex deputato bitontino del M5S Francesco Cariello, con il Movimento assume una precisa evidenza). Perché il “populismo che vince – riporta sempre la carta dei valori – lascia ai posteri le macerie di una società senza organizzazione, di una comunità senza spirito comunitario. L’unica unione che promette è quella della paura”.

È facile allora intuire come Michele Abbaticchio, amministratore d’una città del Sud che nel tentativo di scrollarsi di dosso una certa passività e marginalità, cui sembrava destinata, si è fatta promotrice di un coraggioso tentativo, più o meno riuscito, di riappropriazione dei propri spazi fisici e simbolici, proiettandosi, così ri-costituita, su un orizzonte nazionale (si veda la candidatura a capitale italiana della cultura), possa ambire ad essere punto di riferimento di Italia in Comune per l’intero Meridione.

E non è certo un caso che sia proprio una figura a lui vicina, l’ex assessore Vincenzo Gesualdo, a guidare il coordinamento regionale del partito, il cui primo banco di prova elettorale saranno le elezioni regionali in Emilia Romagna, territorio pilota, assieme al Lazio del sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci, coordinatore nazionale di Italia in Comune, di questa nuova forza politica dal consenso tutto da misurare.