Nicolò Piccolo ha ventuno anni ed è figlio di questa nostra terra.
Da bambino, a Bitonto dov’è nato e dove ancora oggi risiede, inizia a muoversi nel mondo delle note, giocando con i suoni e realizzando musica di nicchia, un mix di rap e hip pop, con attrezzature particolari.
Dopo il diploma al liceo artistico, inizia ad avvertire una “pressione”. L’ambiente cittadino gli sta stretto e s’insinua sempre più la voglia di andar via, per sentirsi indipendente e dimostrare a se stesso dove poter arrivare.
Così, pensa a un ambiente internazionale, dove imparare al meglio la lingua con il fine di utilizzarla anche nella comprensione e nella creazione musicale. Ritiene che il luogo ideale sia Amsterdam, che ha già visitato diverse volte e considera una città europea dal grande respiro internazionale, giovane e multietnica.
A diciannove anni decide di partire, approfittando dell’ospitalità temporanea di un ragazzo di Santo Spirito, l’ex marina di Bitonto.
Per lavorare in Olanda occorre richiedere un codice identificativo, che riesce ad ottenere dopo essere tornato in Italia per una correzione sulla sua carta di identità. Con questo visto può cercare e trovare un lavoro in un ristorante: viene assunto per quattro giorni alla settimana, con mansioni da svolgere in cucina e al banco “take away”.
Intanto, è costretto a cambiare diverse abitazioni: preziosi si rivelano gli annunci sui social ma anche, e soprattutto, la collaborazione di altri ragazzi italiani, con i quali si intesse un sorprendente avvicendarsi di connessioni, legami, incontri. Una bella sfida del destino.
Dopo più di un anno, trova un secondo lavoro in una discoteca nel centro di Amsterdam. L’impegno lavorativo è di un giorno alla settimana, dalla mezzanotte alle sei del mattino: dove occuparsi un po’ di tutto, dalla raccolta dei bicchieri dai tavoli sino al servizio al banco.
Questa occupazione gli piace molto e, allora, chiede di poter lavorare più giorni, rinunciando all’altro impegno. In questo modo ha più tempo a disposizione ma, soprattutto, può dedicarsi al suo progetto musicale.
Edoardo, un amico italiano, lo invita a vedere un’altra casa. Al giovane piace e vi si trasferisce. Ha, così, la possibilità di richiedere la residenza ad Amsterdam. Ma il proprietario, all’improvviso, decide di vendere l’appartamento.
A questo punto Nicolò comincia a sentire nostalgia per la sua terra e a rivalutare tutto ciò che lo ha portato a lasciare l’Italia.
La “pressione” iniziale che lo aveva spinto a partire si straforma, ora, in bisogno di tornare. Nicolò si è rimesso in discussione. Ha respirato internazionalità, ha vissuto la multiculturalità, ha imparato a parlare una lingua straniera, ma ora è il momento di rientrare. E, così, ad aprile di quest’anno, è di nuovo a Bitonto.
L’esperienza in Olanda gli ha aperto la mente, insegnandogli a eliminare il giudizio e ad aumentare la capacità di comprensione degli altri. Nicolò torna a casa con la voglia di portarsi insieme ciò che ha imparato fuori.
Il suo pensiero ora è unire, contribuire a migliorare il territorio, impegnarsi a creare interesse e, magari, qualche nuova offerta, tra i giovani della sua generazione Lui l’offerta ce l’ha: è la sua musica. Collezionando vinili giunge a possederne più di seicento e di vario genere.
Tutti i soldi guadagnati all’estero sono stati spesi in questa sua passione, che gli permette di fondare “Resilienza Record”, un’etichetta discografica che tra un mese vedrà l’uscita di “Resilienza”, il primo album con dieci pezzi tra cui “U.nico-In giro” già presente e ben visualizzato sui social.
Conta di farne un vinile e di metterlo in commercio con la collaborazione di amici esperti in fotografia, grafica, formato e tutto il resto. Ma, soprattutto, conta di continuare per questa strada.
Nicolò non è alla prima esperienza. Ha già prodotto con Roman Jay l’album “Tempi di guerra”, 12 brani, alcuni dei quali hanno superato le 20.000 visualizzazioni. “Resilienza” invece è un prodotto tutto suo.
I testi sono stati scritti da lui così come la musica. La traccia viene rappata con l’ausilio di macchine vintage e moderne.
Nicolò assembla questo insieme di suoni con parti musicali originali, composte e suonate alla tastiera, registrando tutto nello studio della sua stanza.
Respira forte il ragazzo quando terminiamo di parlare. Nel suo corpo, nella sua anima, nei suoi capelli rasta naturali c’è l’odore di diverse terre e, ancor più, il tramonto di tutte le guerre personali.