Attorno all’argomento xylella e alle modalità di gestione e contenimento della sua diffusione sul territorio pugliese, che già due anni e mezzo fa uno dei massimi esperti mondiali definiva “la peggiore emergenza fitosanitaria al mondo”, nel frattempo spintasi dal Salento alle porte della provincia di Bari (la zona cuscinetto è stata ora estesa dalla Ue fino a Monopoli), si è nel tempo affastellata una lunga serie di polarizzazioni e contrapposizioni. Col risultato di “spaccare” ampie porzioni della società e condizionare l’attività di contrasto.
Da quando nel 2013 fu individuato il primo focolaio di infezione nella zona di Gallipoli, agli studi scientifici, ai provvedimenti amministrativi comunitari e ai decreti ministeriali che hanno consigliato e imposto misure di contenimento anche attraverso l’eradicazione degli ulivi colpiti dal batterio, si sono accompagnate campagne di mobilitazione, teorie del complotto, ricorsi e articoli di giornali in radicale opposizione alle disposizioni ufficiali.
Nel frattempo l’epidemia ha continuato a propagarsi, costringendo ad un progressivo allargamento dell’area considerata a rischio, dove il tasso di infezione è cresciuto a dismisura. E le proteste si sono nuovamente acuite con l’emanazione del cosiddetto “decreto Martina”, che riprendendo la linea dura del vituperato Piano Silletti, ha imposto l’obbligo di trattamenti fitosanitari a base di pesticidi, scatenando un’ondata di vera e propria disubbidienza civile, tra ordinanze comunali di sindaci dissenzienti e manifestazioni di associazioni che ne chiedono l’abrogazione. Come l’ultima di qualche giorno fa a Bari, davanti alla sede della Rai.
Una condotta oppositiva che il Cno– il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori, l’organizzazione di rappresentanza e tutela di produttori olivicoli più rilevante d’Italia – considera “di grave pericolo, non soltanto per la sicurezza delle piante e dell’ambiente, ma anche per l’ordine pubblico che viene turbato e colpito da vere e proprie campagne di disinformazione pubblica”.
Motivo per cui il consorzio, rappresentato dagli avvocati Roberto Toscano e Mariano Fiore, ha deciso di depositare presso le Procure di Bari, Taranto, Brindisi e Lecce un esposto, affinché vengano attivate indagini per stabilire se siano ravvisabili fattispecie di reato. In particolare “la pubblicazione e diffusione di notizie false ed infondate tali da turbare l’ordine e la sicurezza pubblica” (art.656 del codice penale) o “comportamenti, anche colposi e omissivi, diretti o causativi della diffusione di malattie” (art.500). “Una semplice, ma doverosa segnalazione dei fatti ai magistrati – chiarisce Toscano – che potranno stabilire se le norme sono state violate”.
Secondo i calcoli del Cno, sulla base del censimento Istat del 2010, sarebbero quasi 200mila le aziende “potenzialmente interessate dall’epidemia” su gran parte del territorio pugliese. Un numero elevatissimo di famiglie, dunque, che vivono grazie al patrimonio olivicolo, “sulla cui pelle – ha sottolineato il presidente Gennaro Sicolo in un comunicato ufficiale – non si può più scherzare”. “Abbiamo il dovere – ha spiegato Sicolo – di difendere in ogni sede il futuro della nostra terra contro questi speculatori e contro chi non è capace di distinguere la verità dalle fake news”.
Nelle ultime settimane il dibattito si è riacceso con veemenza anche tra i banchi del consiglio regionale, con l’opposizione che accusa Emiliano di non aver fatto abbastanza per evitare la diffusione del contagio. Eppure a fine novembre scorso la Regione aveva pubblicato un avviso pubblico per sostenere gli investimenti finalizzati alla prevenzione della xylella – in particolare, potature straordinarie e installazione di reti anti-insetto – mettendo sul piatto 5 milioni di euro.
Una misura ben precisa del Piano di Sviluppo Rurale, voluta dall’Europa, per la quale hanno presentato domande 150 imprese, quasi tutte inserite nella graduatoria degli ammessi alla fase istruttoria tecnico-amministrativa, nel corso della quale sono tenuti a fornire una adeguata documentazione a supporto della richiesta.
Con la partenza del governo M5S-Lega, intanto, il posto del ministro Martina è stato occupato da Gian Marco Centinaio, pavese che ama definirsi “leghista fin dal primo vagito”. A lui e all’intero esecutivo guidato dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte, sono andati gli auguri di buon lavoro da parte del Cno, che ha offerta la sua collaborazione per fronteggiare i danni provocati dal disseccamento rapido dell’olivo causato dalla xylella, valorizzare l’olio italiano e combattere frodi e contraffazioni.