Dopo Savona – prima città portuale al mondo in cui la sperimentazione ha avuto luogo, nel 2017 – Civitavecchia e Marsiglia, anche Bari è entrata ufficialmente nel programma di recupero e riutilizzo, a fini sociali, delle eccedenze alimentari prodotte a bordo delle navi da crociera Costa e donate alla Fondazione Banco Alimentare Onlus, l’organizzazione umanitaria che ogni giorno salva dallo spreco tonnellate di alimenti distribuite su territorio nazionale a più di 8mila strutture caritative.
Da oggi fino al 26 novembre, infatti, la nave Costa Deliziosa attraccherà ogni lunedì nel porto del capoluogo pugliese e farà sbarcare i piatti preparati la sera precedente ma non serviti agli ospiti, i cosiddetti “ready to eat”, conservati in appositi contenitori di alluminio, sigillati, etichettati per garantire la tracciabilità e poi conservati nelle celle frigorifere di bordo in attesa dello sbarco.
A beneficiare di questi cento chilogrammi circa di cibo dall’alto profilo nutrizionale – lo stesso che viene servito agli ospiti della nave – sarà la Fondazione Santi Medici di Bitonto, che tra mensa per i poveri, casa-alloggio per i malati di HIV e casa di accoglienza per donne in difficoltà, garantisce circa duecento pasti al giorno a chi ne ha bisogno. Un’occasione per tradurre ulteriormente in realtà il motto che da venticinque anni guida la fondazione presieduta da don Vito Piccinonna: “fare bene il bene”.
Un messaggio ricco di significato, che restituise con felice sintesi l’idea della grande organizzazione necessaria per mantenere viva ed efficiente la rete della solidarietà e sussidiarietà, affidato allo stesso direttore generale della Fondazione Santi Medici Giovanni Vacca, apparso in una sequenza del videoclip che Costa ha voluto realizzare per celebrare la collaborazione con il Banco Alimentare, la città di Bari e la fondazione bitontina e proiettato in una delle sale della nave, su cui si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del progetto alla presenza di ospiti autorevoli e giornalisti.
Bari diventa così il primo porto nel Mar Adriatico a partecipare al programma di donazioni alimentari che Costa Crociere ha pioneristicamente intrapreso subito dopo l’entrata in vigore della legge 166/2016, la cosiddetta “legge antisprechi” o “legge Gadda”, dal nome della promotrice e prima firmataria, l’on. Maria Chiara Gadda (Pd), presente a bordo tra le autorità invitate. “Le leggi non sono mai proprietà di chi le scrive – ha dichiarato – ma camminano sulle gambe di chi ha la volontà di applicarle”.
Uno strumento normativo indispensabile che mira a diminuire gli sprechi e incentivare la ridistribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici, invenduti e non utilizzati, per fini di solidarietà sociale, fornendo precise definizioni di eccedenza alimentare e di spreco, disponendo le modalità di cessione e i requisiti di conservazione, imballaggio e trasporto e prevedendo delle agevolazioni amministrative per i donatori.
Tutto con una precisa gerarchia, in quanto il recupero degli alimenti è destinato prioritariamente al consumo umano e solo laddove questo non sia possibile all’uso zootecnico o energetico. Se si pensa che in Italia ogni anno vengono buttati via alimenti per oltre 12 miliardi e mezzo di euro, è facile comprendere quanto la presa di posizione del mondo politico e imprenditoriale possa essere importante per invertire la tendenza e applicare i principi dell’economia circolare.
Poco più di un mese fa, la Regione Puglia ha siglato, a tal proposito, un protocollo con Anci e varie organizzazioni del terzo settore per dare attuazione alla legge regionale per il “recupero e riutilizzo di eccedenze e sprechi alimentari e di prodotti farmaceutici”, promulgata un anno fa per rendere efficaci sul territorio le disposizioni nazionali previste dalla legge antisprechi, assicurando una dotazione finanziaria ad hoc, come ricordato durante la presentazione dal consigliere regionale Ruggiero Mennea (Pd), proponente del disegno di legge e coordinatore del tavolo regionale per la sua attuazione.
Entusiasti e orgogliosi i vertici di Costa Crociere. Giuseppe Carini, vice president Guest Experience dell’azienda, ha spiegato ai giornalisti presenti che “l’intento è quello di estendere l’iniziativa ad altre navi della flotta e ad altri porti del Mediterraneo”, mentre Stefania Lallai, responsabile della sostenibilità e delle relazioni esterne, ha voluto sottolineare il valore aggiunto del bene oggetto di donazione, “cibo cucinato con passione dagli chef di bordo, perché non si tratta di qualcosa che deve soddisfare soltanto una necessità primaria, come quella di mangiare, ma anche rispettare la dignità di chi lo riceve”.
Grande soddisfazione anche da parte della Fondazione Banco Alimentare. “Una partnership come questa non può che richiedere da parte nostra un grande impegno e implicare le tante facce che compongono la nostra realtà. Ci piace sempre ricordare che la povertà non è fatta di numeri ma di persone. Ecco, questo progetto si poggia sul lavoro di tanti singoli, su una catena umana fatta di solidarietà”, ha dichiarato il presidente della onlus Andrea Giussani.