Ancora Estate è l’ultimo singolo dei Canton, e apre la strada a 1/3 (Uno su Tre), nuovo album dello storico gruppo italiano. Il disco si presenta con una originale formula “in divenire”, ma nel frattempo il singolo è già 39esimo nella classifica indie, e ha oltre 180 mila view su YouTube a poco più di un mese dall’uscita. Il pezzo non nasconde la vena elettronica tipica dei Canton, ma aggiunge al tutto un’atmosfera british pop e un tocco di glam.
I Canton sono originari di Riva del Garda: raggiunsero la notorietà grazie al brano Sonnambulismo, scritto da Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone, e riarrangiato (insieme a Celso Valli) dagli allora componenti del gruppo: Marcello Semeraro, Francesco Marchetti e Stefano Valdo. Con Sonnambulismo i Canton si presentarono al Festival di Sanremo del 1984 (nella categoria Nuove Proposte), piazzandosi quarti. Quella che divenne la loro hit più famosa fu anche tradotta in inglese, e ne esiste una versione cantata dallo stesso Ruggeri. L’anno successivo arriva Please don’t stay, che troverà diffusione internazionale, e che permetterà loro di vincere Azzurro e di partecipare al Festivalbar ’85. Nel 1986 esce Stay with me, scritta e prodotta da Stock, Aitken and Waterman.
La loro carriera subisce a questo punto uno stop forzato per troppi anni, ma nel 2010 i Canton ritornano con una nuova reinterpretazione della loro hit Sonnambulismo, adeguata ai tempi che cambiano. Nel 2016, grazie anche al supporto del pubblico, arriva un album, Ci saremo, dal quale vengono estratti ben sei singoli.
Perché è Ancora Estate?
In effetti, Ancora Estate è una canzone invernale, nata in inverno e anche incisa in inverno. Infatti, all’inizio del video c’è un paesaggio prettamente invernale. E in Ancora Estate si parla delle stagioni interiori, non di quelle esteriori o meteorologiche. Le stagioni interiori possono però essere differenti da quelle fredde ed esteriori: se abbiamo del sole dentro, se abbiamo l’estate dentro, se abbiamo una storia d’amore che ci fa vivere, che ci fa stare bene e per la quale tutto il brutto tempo meteorologico sparisce e si torna a vedere il sole.
Cosa risponderebbero i Canton a chi li accusa di operazione nostalgia?
Beh, il nostro ritorno risale ormai al 2010, quando abbiamo inciso per puro piacere – quasi per gioco – la nuova versione di Sonnambulismo, che è presente sull’album del 2016, Ci saremo. Con quella versione abbiamo voluto rendere attuale, abbiamo voluto ripartire da quello che è stato il nostro primo grosso successo. E lo abbiamo riproposto come se lo dovessimo portare a Sanremo oggi, quindi con i suoni che ci piacciono adesso. A quel video sono seguiti dei concerti, durante abbiamo proposto al pubblico anche le nuove composizioni che sono piaciute molto. È stato proprio il pubblico con la sua reazione a spronarci e a convincerci a ricominciare a fare le cose sul serio. Di operazione nostalgia non se ne parla nemmeno lontanamente, perché noi abbiamo sempre guardato avanti: ci è sempre piaciuta l’avanguardia, ci sono sempre piaciute le nuove tendenze e così stiamo facendo adesso. Abbiamo assorbito e la musica si è evoluta negli anni della nostra assenza, l’abbiamo comunque fatta nostra e da lì ripartiamo e vogliamo andare avanti.
Cosa ne pensano i Canton della scena elettronica degli ultimi anni?
La musica elettronica è nata negli anni ’80 e non è mai più morta, nel senso che adesso anche la musica che suona acustica, molte volte è stata scritta o registrata in elettronico. L’elettronica dà la possibilità di esplorare qualsiasi territorio sonoro e di adattarlo a quello che è il proprio mood, al proprio stile musicale. Quindi, più avanti si va più possibilità ci sono e più ci si apre a nuove esplorazioni, a nuovi mondi. Poi ognuno insomma deve trarre ispirazione da quello che sente dentro e da quello che vuole comunicare, e tradurre il tutto in musica con lo strumento che gli pare più adeguato alle sue capacità espressive.
Come è cambiata la musica dei Canton in questi decenni?
La musica dei Canton di oggi è la musica dei Canton nel 2018 e l’anno prossimo sarà la musica dei Canton nel 2019, proprio perché di nostalgia non vogliamo sentire parlare. A livello personale non siamo cambiati molto e da allora abbiamo semplicemente aumentato forse la nostra cultura musicale, siamo più sicuri e su quello che vogliamo fare e abbiamo più libertà nelle nostre scelte, visto che lavoriamo da indipendenti e possiamo produrre la nostra musica nella maniera che più ci piace e quando e come più ci aggrada.
Cosa si può raccontare di questo album 1/3 (Uno su Tre) in divenire?
Uno su tre è il nostro nuovo progetto musicale che si compone di un singolo alla scadenza di ogni tre mesi, cioè ne faremo uscire uno ogni tre mesi. Abbiamo deciso di fare così perché ci pare che sia una maniera più attuale di proporre musica al giorno d’oggi, sia perché la fruizione da parte del pubblico è molto più orientata sui singoli che non sugli album, e sia perché abbiamo scoperto – piacevolmente – che è molto bello lavorare su ogni singolo come se fosse l’unico gioiellino che si ha a disposizione da proporre, senza pensare ad altri brani da mettere solo per riempire l’album. È quindi una maniera di lavorare molto più stimolante, molto più creativa e molto più legata all’ispirazione e all’atmosfera del momento nel quale ci si trova, e incidendo il singolo che sarà il prossimo ad uscire.