Ottenere finanziamenti pubblici è il traguardo fondamentale di ogni amministrazione. Ma impiegare al meglio le somme “conquistate” è altrettanto, se non più, importante.
Ora, che nelle casse del comune di Bitonto stanno per arrivare i fondi per una serie di progetti pensati per completare un sistema a “circuito chiuso”, recuperando differenti aree urbane sia dal punto di vista morfologico sia della fruibilità degli spazi, la scommessa vera sarà proprio gestire le risorse disponibili.
È quanto sostiene l’arch. Nicola Parisi, ex assessore alle Politiche urbanistiche e componente del comitato scientifico del Piano strategico metropolitano. Il finanziamento per la rigenerazione urbana pone la città davanti alla grande sfida della riqualificazione di una vasta area oggi degradata e poco sicura. È, infatti, proprio da zone come quella perimetrata dal piano che può partire il rilancio complessivo del centro urbano. Non si tratta solo di migliorare l’estetica e la funzionalità di strade o piazze. La scommessa, in realtà, sta nel puntare a una crescita collettiva che interessi i vari aspetti della vita cittadina, a partire da quello sociale.
Il Documento programmatico di rigenerazione urbana, finanziato per Bitonto, ha la finalità di completare un importante tassello di quel mosaico d’interventi che permetterebbero di percorrere la città, raggiungendo in maniera agevole e rapida le zone semicentrali e periferiche, senza passare necessariamente dal centro.
L’obiettivo del piano, quindi, oltre a collegare più aree urbane possibili, è decongestionare le arterie principali. Potrebbe servire, inoltre, a offrire più servizi a ciclisti e appassionati di jogging, che oggi si avventurano lungo percorsi scomodi e a tratti pericolosi.
Un nodo cruciale per la realizzazione del piano è il superamento del vallone: così, si pensa a un ponte da inserire nel programma dei trasporti della Regione. Anche se il parco di lama Balice non prevede viabilità al suo interno, Parisi è sicuro che l’attraversamento rappresenti una scelta strategica per il futuro di Bitonto, in quanto permetterebbe di collegare un’intera zona della città alla provinciale 231.
L’importo finanziato per la rigenerazione urbana è di oltre 4,5 milioni di euro, di cui circa 2 destinati alla mobilità dolce, con la creazione di percorsi ciclopedonali e nuove aree verdi, e altri 2,5 per il recupero dell’ex tribunale su via Planelli.
Sull’edificio, oggi abbandonato, si gioca un’altra scommessa della giunta del sindaco Abbaticchio. In linea con il bando, che prevedeva il recupero di edifici pubblici dismessi, si è scelto di puntare su quel complesso edilizio per far nascere la “Casa pubblica del terzo settore”.
Nelle aule dell’ex tribunale, secondo le previsioni, potranno trovare spazio tutte le associazioni di cittadini impegnati in progetti per la comunità. Questo “incubatore sociale” farebbe da polo attrattivo e cuore pulsante di un’ampia area urbana, oggi adibita quasi esclusivamente a dormitorio. In questo contenitore pubblico, che potrebbe accogliere anche i servizi sociali del comune, ogni “figlio” del quartiere potrebbe trovare un punto di riferimento.
Il progetto ha una gestazione di due anni ed è una grande scommessa per tutti. Se i firmatari della Strategia integrata di sviluppo urbano sostenibile riusciranno nell’intento di valorizzare l’intera area in direzione di Bari, ne guadagnerà tutta la città.
Ne è convinto Parisi che spera di spianare la strada a investimenti privati, in grado di dar vita a un nuovo polo di servizi per chi arriva in aeroporto e cerca un’alternativa al soggiorno a Bari, sia che si tratti di lavoro sia di svago.
Il vero rilancio della città, d’altro canto, non può che nascere dalla periferia, vera anima sociale d’ogni centro urbano, sottratta alla condizione di marginalità – figlia di un pensiero antiquato e di una politica miope – e sollevata a un livello qualitativo più elevato e, soprattutto, più rispettoso delle esigenze dei cittadini.
Nell’immagine in alto, la perferia di Bitonto in direzione dell’aeroporto, che sarà interessata da un ampio restyling: aree verdi, nuova viabilità e rifunzionalizzazione dell’ex tribunale (l’edificio rettangolare in bianco) con la nascita della Casa pubblica del terzo settore