Un nuovo singolo per i quindici anni della Municipale Balcanica

S'intitola Transylvania Party Hard il brano d'ambientazione horror ma ricco di ironia, appena sfornato dalla band pugliese che coniuga jazz, rock e world music

La Municipale Balcanica, band pugliese che coniuga jazz, rock e world music, festeggia i quindici anni di attività con un nuovo singolo in rotazione radiofonica, Transylvania Party Hard. Il brano si presenta con un peculiare videoclip che ricorda le ambientazioni degli horror di una volta o della Famiglia Addams, ma è in conclusione un invito a una sana ribellione contro la grigia routine e i pregiudizi. Transylvania Party Hard è tra i primi 50 su 250 nella classifica Indie Music Like.

La band è stata fondata nel 2003 da Nico Marziale, Paolo Scagliola e Raffaele Piccolomini, ma dal 2006 consta di otto elementi. Negli anni si sono dedicati a un’opera di sintesi della musica della tradizione pugliese con la world music, mescolate ad influenze jazz e rock. Hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, come quello di Repubblica XL per la band pugliese più votata (2012). La loro intensa attività live ha dimensione internazionale; hanno collaborato con Roy Paci e condiviso il palco con Iggy Pop.

Nel mese prossimo la band sarà in tour, toccando diverse regioni meridionali e arrivando anche in Puglia, con la data del 30 giugno a Palo del Colle; sarà poi il 1 giugno a Matera, in Basilicata. L’attuale formazione della Municipale Balcanica vede Armando Giusti al sax contralto, Michele de Lucia al clarinetto, Giacomo de Nicolo alla batteria, Nico Marziale alle percussioni & synth, Raffaele Piccolomini al sax tenore, Giorgio Rutigliano al basso elettrico, Paolo Scagliola alla tromba e Raffaele Tedeschi alla chitarra elettrica e voce. Proprio quest’ultimo ha risposto alle domande di Primo piano.

Transylvania Party Hard è un brano che gioca con gli stereotipi sociali

A ispirare il brano è stata la volontà, ironica e anche un po’ polemica, di parlare di come ultimamente tutti si sentano autorizzati a esprimere giudizi senza darsi troppo la pena di conoscere persone e argomenti. Ci siamo siamo calati in una ambientazione tra le più stereotipizzate, quella della Transilvania degli horror più prevedibili, nascondendoci con la maschera del vampiro protagonista della canzone e insieme a lui abbiamo detto che dietro gli spauracchi e i pregiudizi ci sono la paura del diverso e l’incapacità di andare oltre le apparenze. Il vampiro della nostra canzone, ad esempio, inverte la vecchia visione dell’oscurità come luogo del male per mostrare come la notte possa piuttosto essere complice della libertà. Non nascondiamo che questa nostra insofferenza nei confronti dei pregiudizi è anche scaturita dal fatto che a qualcuno in passato sia bastato leggere “Balcanica”, senza aver ascoltato nulla, per credere di aver capito di che tipo di band si trattasse basandosi su un paio di brani di artisti indipendenti che in qualche modo hanno preso in giro il genere. Il punto non è far parodia di qualcosa: ci sta tutto, è evidente. Ognuno di noi è stato almeno una volta la parodia di se stesso, non fanno eccezione gli autori delle parodie stesse. Il punto è vivere la cultura, l’arte, la musica senza pregiudizi, determinando una apertura mentale che poi è una delle basi di chi impara ad accogliere (altra tematica cara alla band). Transylvania Party Hard è quindi una divertita polemica sul non fidarsi delle apparenze, anche di quelle che sembrano più facili da interpretare.

Il video di Transylvania Party Hard tradisce un gusto un po’ rétro

L’idea era proprio quella di utilizzare un richiamo rétro, cercando di risultare innovativi. Il concept del video nasce proprio da questa ricerca, da questa esigenza, unita alla volontà di non essere per forza ripresi nel video ma in qualche modo rappresentati dall’occhio e le mani del regista. L’intero set è realizzato a mano in cartone, la tecnica è quella dello stop motion e il video è stato girato esclusivamente di notte. Nel nostro piccolo abbiamo voluto ispirarci a Nightmare Before Christmas per tecnica ed ambientazione.

La Municipale Balcanica continua ad essere molto legata alla propria terra

L’inizio della nostra attività di band ha coinciso con il risveglio, nella nostra regione, di una certa consapevolezza della propria identità. Noi della natura stessa della nostra terra abbiamo più che altro assimilato l’apertura all’altrove e lo sguardo verso il mare: ecco perché è stato spontaneo per noi farci influenzare tanto dalle culture mediterranee che da ogni altro sound che ci piacesse. Paradossalmente, aver meditato artisticamente sull’essere pugliesi ci ha aiutato a vivere in modo sano e non ossessivo il legame con le nostre origini e a sentirci a nostro agio ovunque nel mondo. Durante i nostri esordi volevamo non solo produrre musica ma anche rendere il pubblico più aperto e complice verso un sound così contaminato che sottintendeva una più ampia apertura mentale nei confronti delle nuove culture e dei migranti che arrivavano a portarcele. Ecco perché abbiamo svolto tante attività culturali non soltanto nella veste di musicisti. Di quel primo istinto, quasi politico e da divulgatori, c’è restata la voglia di svolgere tante iniziative. Questa voglia si è concretizzata nella gestione del contenitore culturale “MuHa – Spazio alle Arti” di Terlizzi, il nostro paese. Qui ci sono eventi e corsi teatrali, musicali e culturali in genere oltre un incessante lavoro di produzione.

Parlando più in generale della nostra regione, la Puglia si è messa davvero in moto, promuovendo se stessa con convinzione una quindicina di anni fa. Poi, visto il successo della formula e la risposta entusiastica del pubblico, soprattutto nei confronti del folklore più tipico, ha attraversato un periodo – dal nostro punto di vista – di “stanca”, in cui ha quasi rischiato di divenire la parodia di se stessa. Da qualche tempo a questa parte invece si è decisamente rimessa in moto, riscoprendo davvero la sua vocazione di regione di frontiera, e stanno fioccando eventi e festival – e con loro artisti – con un piglio internazionale e di valore assoluto.

La Municipale Balcanica è riuscita in una sintesi tra world music e musica della Puglia

Ciò che è accaduto al nostro sound è un risultato che sì, potremmo dire “geografico”, ma in realtà risente anche della voglia di guardare lontano e di non avere schemi prestabiliti in cui muoversi. Sicuramente ci appartengono i suoni della musica tradizionale che abbiamo studiato, ci appartiene l’esperienza della iconica banda di paese in cui si fa molta gavetta e che ha il nobile compito di portare la musica colta al popolo, ci appartiene la musica di tanti grandi jazzisti pugliesi così come ci appartiene tutta la musica che ci piace e che poco ha a che fare con un legame geografico. Lo studio lo svolgiamo singolarmente o durante gli ascolti condivisi di musica, ma quando si tratta di comporre e suonare insieme non abbiamo nessuna formula e nessun piano. Conserviamo certamente nel nostro repertorio una parte di brani tradizionali di cui ci piace raccontare la storia tuttavia nei nostri album passati e nella nuova produzione i pezzi sono molto diversi tra loro per ispirazione e sound. Quando componiamo lasciamo agire una grande parte di istinto e diventiamo più riflessivi solo in una seconda fase, quando diventa necessario fare sintesi e sfrondare il brano di parti che ci suonano un po’ sovrabbondanti. Il risultato di questo tipo di approccio si vede nella differenza tra la nostra primissima produzione, esuberante e strabordante, rispetto a quella recente più compatta e solida.

Che bilancio fa la Municipale Balcanica di questi 15 anni di carriera?

Vi sveliamo sorridendo che forse aver celebrato i 15 anni di carriera è stato solo un pretesto per fare una grande festa con una cifra tonda! Ma, scherzi a parte, guardiamo poco al passato anche se è costellato di tante grandi soddisfazioni. Preferiamo guardare al futuro e goderci l’entusiasmo di suonare tanto dal vivo e di comporre nuove canzoni che sorprendano noi per primi e poi chi ci segue. Guardiamo i musicisti che eravamo da ragazzi con affetto e un po’ di ammirazione per i tanti chilometri fatti e le fatiche affrontate, ma non siamo nostalgici. Vorremmo essere ancor più fieri della Municipale Balcanica che ci sarà nei prossimi quindici anni. Il bilancio è positivo, però vi diciamo in confidenza che tanto di più abbiamo ancora da costruire.