“La pozione che fa vincere il premio”

Con un testo dello Pseudo-Quintiliano, il liceo classico di Bitonto si aggiudica il terzo posto al Festival della declamazione e delle forme spettacolari del tardo-antico

Ancora una volta, il liceo classico “Carmine Sylos” di Bitonto dimostra che la classicità può essere tanto attuale quanto divertente.

Grazie a un laboratorio teatrale, l’istituto ha partecipato al Festival della declamazione e delle forme spettacolari del tardo-antico, aggiudicandosi il terzo posto del concorso tra scuole di tutt’Italia.

Giunto alla terza edizione, il festival si è svolto, quest’anno, nel suggestivo scenario di Paestum.

L’ideazione e l’organizzazione si devono a Eugenio Amato, Paola D’Alessio e Nunzia Pendino, appassionati studiosi di Letteratura greca. Il primo, docente all’università di Nantes, in Francia, e membro del prestigioso Institut Universitaire de France; le altre, professoresse nei licei di Salerno ed Eboli, attualmente impegnate in attività di ricerca di paleografia e filologia greca presso la stessa università di Nantes.

“Le declamazioni racchiudono tesori di esperienza, di cultura, e sintetizzano le forme e i generi letterari più svariati – spiega la prof.ssa Pendino-. Testi classificati per secoli come minori e che, invece, nella forma dell’esercizio retorico, raccontano mito, storia, epica, tragedia e commedia, intrecciandoli in un mirabolante caleidoscopio di arte e sapienza”.

Accopagnati dai docenti Mariella Rizzi e Francesco Brandi, i ragazzi del Sylos hanno portato in scena “La pozione dell’odio” dello Pseudo-Quintiliano.

Un divertente racconto che, sotto la forma di un processo, vede una scaltra meretrice accusata di aver avvelenato con una pozione dell’odio il suo fastidioso amante per liberarsene. Dietro la sempre originale regia di Raffaele Romita e Mariantonia Capriglione, dell’associazione “Fatti d’Arte”, gli studenti hanno creato un coro di voci maschili e femminili facendo, così, parlare i protagonisti della vicenda.

Alla fine della declamazione i ragazzi si sono rimessi al verdetto della giuria e chissà se, nel vedere l’accusata salvata dai giudici del concorso, non abbiano già capito che la loro interpretazione sarebbe ben valsa il premio ricevuto.