Chiunque abbia avuto a che fare coi cavalli probabilmente se ne sarà accorto. Questi animali possono leggere e ricordare le emozioni che provengono dalle espressioni facciali degli uomini, e mantengono una memoria duratura, specifica per ogni determinata persona, comportandosi di conseguenza.
Un nuovo studio di ricercatori delle università del Sussex e di Portsmouth è giunto a queste (ed altre interessanti) conclusioni, partendo da un esperimento. I cavalli sono stati posti davanti a fotografie di volti umani arrabbiati o felici.
A distanza di diverse ore, gli animali sono stati posti di fronte alla persona in carne ed ossa, con un’espressione facciale questa volta neutrale. La seppur breve esposizione a una fotografia è stata sufficiente, tuttavia, a determinare una reazione diversa da parte del cavallo, percepibile da una particolare direzione dello sguardo. La persona veniva percepita in maniera più negativa se nella foto precedentemente vista era arrabbiata, rispetto a una che risultava felice. Le reazioni differenti si applicavano poi solo alla persona in questione e non ad altre.

È banale sottolineare quanto le espressioni facciali siano importanti per gli umani. Si tratta, però, di una caratteristica posseduta anche dagli animali: cani, cavalli, panda giganti, scimpanzé. Questa si lega anche al ricordare che qualcuno ci ha fatto del male, che è chiaramente un vantaggio evolutivo.
Come spiega la prof.ssa McComb dell’università del Sussex: “Quello che abbiamo scoperto è che i cavalli non solo possono leggere le espressioni facciali degli uomini, ma possono anche ricordare il precedente stato emozionale di una persona quando la incontrano più tardi nel corso della giornata e, ciò che è cruciale, adattano il loro comportamento di conseguenza. Sostanzialmente i cavalli hanno una memoria per le emozioni.”
Aggiunge la dott.ssa Proops dell’università di Portsmouth: “Sappiamo che i cavalli sono animali con un’intelligenza sociale, ma questa è la prima volta che si è dimostrato che un qualsiasi mammifero possedesse questa particolare abilità. È davvero impressionante che questo sia avvenuto dopo che avevano visto brevemente una fotografia della persona con una particolare espressione emozionale: non avevano una esperienza precedente che fosse molto positiva o negativa con quella persona.”
Insomma, dovremmo guardare con occhi diversi i nostri amici animali. Ma forse lo sapevamo già.

Lo studio Animals Remember Previous Facial Expressions that Specific Humans Have Exhibited, opera di Leanne Proops, Kate Grounds, Amy Victoria Smith, Karen McComb, è stato pubblicato su Current Biology.