Il canto dell’ape di Rita Zingariello per imparare a perdonare

Il canto dell'ape è l'ultimo singolo di Rita Zingariello, che dà il nome all'album che la cantautrice originaria di Gravina in Puglia presenterà venerdì 4 maggio al Teatro Forma di Bari

Il canto dell’ape è l’ultimo singolo di Rita Zingariello, che dà il nome all’album che la cantautrice pugliese presenterà nella serata di venerdì 4 maggio al Teatro Forma di Bari. Il disco ha già ottenuto un notevole successo sulla piattaforma di crowdfunding Musicraiser.

Originaria di Gravina in Puglia, Rita Zingariello è al suo terzo lavoro discografico: È alba (2008) è il suo primo EP da cantautrice, che è stato seguito da Possibili percorsi (2014); tra i due dischi l’avvicinamento alla musica jazz con Incondizionatamente. Ha cominciato a suonare il pianoforte sin da piccola e nel 2012 è tra i vincitori di Sanremo rock e finalista a Castrocaro; è poi risultata finalista e vincitrice in numerosi festival. Ha aperto i concerti di Gino Paoli e Danilo Rea, Paola Turci, Mario Venuti e PFM; nel 2017 lo stesso Mogol l’ha voluta al suo fianco per un tour dedicato ai suoi maggiori successi, in quel contesto si è espressa come cantautrice e interprete.

Rita Zingariello (nel quale oltre a cantare suona chitarra e guitalele) è accompagnata da ben 16 musicisti: Vincenzo Cristallo (chitarre e arrangiamenti), Gianfilippo Direnzo (basso e contrabbasso), Pasquale Angelini (batteria), Marcello Ingrosso (tastiere e sintetizzatori), Francesco Galizia (fisarmonica), Domenico Lopez (chitarra classica); vi è poi il quartetto d’archi composto da Anna Giusto, Mirko Palmieri, Gregorio Giamba e Clemente Zingariello, mentre ai cori ci sono
Badrya Razem, Maria Grazia Zingariello, Loris Tataranni, Vanessa Lorusso, Michele Leone.

Il 4 maggio Rita Zingariello torna nella sua Puglia a presentare questo nuovo disco
Ho voluto e desiderato presentare questo disco nel capoluogo della mia amata Puglia.
Per la prima volta, dopo i precedenti due dischi, ho scelto di produrre il disco nella mia terra. Avevo bisogno di costruire gli arrangiamenti nello stesso posto in cui sono nate le canzoni, con gli stessi odori, gli stessi colori e di parlare lo stesso dialetto coi musicisti.
Amo le contaminazioni e non sono troppo “patriottica”, ma questa volta ho sentito che il legame con la Puglia doveva essere il filo rosso dell’album.

Questo album è nato anche grazie a una campagna di successo su Musicraiser

Ho deciso che questa mia terza produzione discografica dovesse differire dalle altre. Mi sono sentita di condividere il momento della conoscenza più stretta di me con tutte le persone che in questi anni hanno scelto di seguire il mio percorso artistico.
Non esiste produttore migliore di chi mi conosce già e ha già scommesso su di me, sapendo di non vincere alcun premio se non la mia musica.
L’entusiasmo delle persone che hanno partecipato alla campagna di crowdfunding è stato forte al punto che abbiamo più che duplicato l’obiettivo.
Una vittoria per me emozionante e sorprendente.

Per questo singolo Rita Zingariello ha scelto di impiegare strumenti meno consueti come guitalele e chitarra dobro
Quando ho scritto Il canto dell’ape sono partita dal concetto di desiderio: mi sono chiesta se le api avessero desideri da realizzare.
Ho voluto osservare da vicino la vita di questo speciale insetto e sono rimasta stupita dal canto della regina, da come l’alveare sia un laboratorio così perfetto e solidale.
La musica e il testo sono nati da questa immagine: il suono semplice del guitalele e quello deciso della chitarra resofonica mi hanno riportata da una parte alla dimensione sottile della voce delle api e dall’altra all’atmosfera country tipica della campagna.

Il canto dell’ape ci racconta del superamento di quella che chiama “l’ossessione del perdono”
Nel ritornello l’apertura degli archi e dei taiko sottolineano quella sensazione di pulizia che può creare solo giovamento, quando si riesce a perdonare.
Spesso rimaniamo incastrati in alcuni meccanismi della nostra mente, quasi come se non riuscissimo ad andare oltre.
Ci sono cose che ci fanno male al punto da piegarci e farci rialzare ancora storditi dal dolore.
Non è una storia autobiografica, ma una canzone dedicata a una persona a me molto cara: sapevo quanto amasse la natura e ho immaginato che l’ape potesse essere l’immagine giusta, colei che la chiama fuori dalla stanza per riprendere a respirare a pieni polmoni nuovi e buoni odori.
Penso che perdonare sia importante per vivere meglio, perdonarsi poi è essenziale.

Cosa può raccontare di questo nuovo album?
Questo disco è un viaggio con la propria coscienza.
I testi si muovono attraverso diverse tematiche: dal successo che diventa vertigine, alla leggerezza come elemento necessario per guarire, dall’amore per le piccole cose al bisogno di prendersi poco sul serio, dall’indecisione alla scelta. Tanti temi e tante influenze musicali sono dovute alla diversa provenienza artistica dei 16 musicisti che hanno suonato nel disco. Un disco acustico con un utilizzo minimale dell’elettronica, un disco diverso dagli altri due precedenti, che rappresenta il momento della mia maggiore consapevolezza. Un lavoro di cui sono molto fiera.