Chi ha incastrato il serial killer?

Attraverso l'esame del DNA, la polizia americana avrebbe individuato il Golden State Killer, a oltre trent'anni dai crimini che gli vengono attribuiti

Alle volte i casi irrisolti possono trascinarsi a lungo senza soluzione, e non essere più oggetto di investigazioni: si tratta dei cosiddetti cold case, che possono riguardare anche pericolosi serial killer. A partire dagli anni zero, i cold case – ripresi dalla realtà o dall’immaginazione degli autori – hanno cominciato ad apparire in televisione e su internet, nella narrativa e nella saggistica. Grazie alle nuove tecnologie messe a disposizione degli investigatori, situazioni probabilmente destinate all’oblio sono state riaperte e anche risolte.

Quello del Golden State Killer non è un cold case qualunque, ma il cold case par excellence negli Stati Uniti. Noto anche come East Area Rapist, Original Night Stalker e Diamond Knot Killer, sarebbe responsabile di almeno 12 omicidi, 50 stupri e oltre 100 rapine in California, tra la metà degli anni settanta e la metà degli anni ottanta del secolo scorso. Per anni ha terrorizzato l’area (all’inizio ha preso di mira solo le donne con figli, poi coppie all’interno delle loro case) con minacce telefoniche alle vittime: “ti ucciderò”; “Buon Natale, sono ancora io!”

Fino a pochi giorni fa, si speculava che si trattasse di un maschio bianco, agile, di intelligenza superiore alla media, metodico e violento, con comportamenti parafilici, di età stimata tra i sessanta e i settantacinque anni (oggi), probabilmente ormai morto o trasferito in un altro stato, o arrestato per qualche altro crimine. Nell’anno in corso il caso sembra però essersi sbloccato, ed è ritornato sotto i riflettori. Ma come si è avuta una svolta nelle indagini, dopo decenni?

Gli investigatori non hanno mai davvero smesso di cercare, ma l’interesse per questo cold case ha cominciato a risvegliarsi a febbraio di quest’anno, con l’uscita del libro della scrittrice americana Michelle McNamara. Il saggio è stato pubblicato postumo dopo la morte dell’autrice, avvenuta due anni fa ad appena 46 anni, in conseguenza dell’assunzione di medicine in presenza di una malattia cardiovascolare non diagnosticata. Il titolo, I’ll Be Gone in the Dark: One Woman’s Obsessive Search for the Golden State Killer, è abbastanza esplicito nel rivelare quanto questa ricerca fosse importante per la donna.

sketch dell’FBI

La svolta vera è propria si è però avuta grazie ai dati raccolti da un servizio di raccolta e analisi genetica. Questo genere di servizi è divenuto piuttosto popolare negli Stati Uniti, grazie anche al crollo dei costi del sequenziamento del genoma umano, che lo hanno reso alla portata di tutti. Aziende private come 23andMe e Ancestry offrono ai clienti la possibilità di conoscere la storia della propria famiglia. Anche se i risultati sono stati talvolta imprevedibili, si tratta di servizi che hanno anche una notevole utilità, visto che possono esprimere la probabilità di un tratto genetico o i rischi connessi a determinate patologie. Ci si rende facilmente conto come emerga anche una questione di privacy genetica: vorreste far sapere al vostro potenziale datore di lavoro di essere a rischio di una determinata malattia? Ci terreste a far sapere in giro che un vostro avo di due secoli fa era un pericoloso criminale? Per tutti questi motivi, le aziende private succitate difendono il diritto alla privacy di coloro che fruiscono dei loro servizi, e persino le richieste da parte delle autorità di polizia possono essere evase solo a fronte di una richiesta legale nella forma di un mandato di perquisizione o di un ordine da parte di un tribunale. Nessuno perciò si sarebbe mai potuto aspettare che simili servizi fossero utilizzati facilmente o all’improvviso dagli investigatori.

Ma ritorniamo al nostro cold case. Un parente di quello che è ora il principale sospettato nelle indagini si sarebbe appunto servito di uno di questi servizi, GEDmatch. Il database genetico raccolto da questi è stato utilizzato dagli investigatori, e senza neppure contattare i responsabili del sito: ciò è stato possibile perché la policy è diversa da quella delle aziende precedentemente citate, e lo permette. Lo stesso investigatore che aveva inseguito il Golden State Killer per oltre vent’anni e che ha contribuito a risolvere il caso, Paul Holes, si è detto esterrefatto dalle possibilità offerte dal database. In effetti, il DNA del principale sospettato era rimasto conservato per anni dalla polizia, ma solo ora è stato possibile utilizzarlo. D’altra parte, non bisogna neppure dimenticare che già in precedenza il DNA era stato impiegato per individuare il Golden State Killer, conducendo a risultati erronei.

Joseph James DeAngelo Jr. Foto dello Sceriffo di Sacramento

Per la polizia (e il DNA) il Golden State Killer avrebbe dunque un nome, ora: si tratterebbe del settantaduenne Joseph James DeAngelo Jr., la cui nonna paterna era un’immigrata italiana. Le sue caratteristiche sarebbero coerenti con quelle riferite negli anni dalle forze dell’ordine e dalle vittime, e con gli elementi rilevati sulla scena del crimine per le diverse violazioni. Joseph James DeAngelo Jr. è stato in Marina durante la Guerra del Vietnam e agente di polizia proprio nel periodo nel quale si verificò la catena di crimini che ora gli viene ascritta. Marito (poi separato), padre di tre figlie e nonno, nessuno lo avrebbe probabilmente sospettato. Era quello che si definisce un “regular Joe“, una persona come altre, al di là di un carattere non sempre facilissimo che lo portava ad accessi d’ira. La casa sempre perfettamente ridipinta, l’erba sempre tagliata. È andato in pensione appena un anno fa, con l’intenzione di dedicarsi alla pesca.

il Visalia Ransacker, sketch dal Dipartimento di Polizia di Visalia

Gli investigatori si sarebbero ora convinti anche del fatto che il Golden State Killer sia la stessa persona del Visalia Ransacker, altro criminale seriale attivo tra il 1974 e il 1975 in California. Il Visalia Ransacker fu responsabile di una catena di crimini, ma di un unico omicidio, subito dopo il quale si sarebbe spostato nell’East Area.

Joseph James DeAngelo Jr. è ora un imputato. Sarà davvero questa la parola fine in questa terribile vicenda?