Per battere la mafia occorre “svelare” le logge

“Massomafia” di Andrea Leccese è stato presentato di recente a Bitonto. Parlarne oggi è un modo per contribuire a celebrare il 25 aprile: dopo la liberazione dai nazifascisti è tempo che il Paese si affranchi dal giogo della malavita organizzata

“Se la mafia dovesse contare esclusivamente sui mafiosi, sarebbe estinta da un pezzo”. Questo l’incipit, essenziale ed efficace, utilizzato da Andrea Leccese, saggista ed esperto di mafie, per presentare “Massomafia”, il suo ultimo libro, all’incontro organizzato nei giorni scorsi da Libera a Bitonto.

Per le organizzazioni criminali è fondamentale, infatti, l’appoggio, ottenuto in totale segretezza, delle antiche logge massoniche, che riuniscono imprenditori e magistrati. Servendosi della cosiddetta “massoneria deviata”, i mafiosi allacciano legami con l’alta finanzia internazionale per ripulire i capitali illeciti, derivanti dal traffico di droga.

Andrea Leccese, profondo conoscitore del diritto e della democrazia, sottolinea l’impossibilità di tollerare la presenza di logge inviolabili, sede del “potere invisibile e occulto”.

D’altra parte, la legge Spadolini-Anselmi, entrata in vigore nel 1982, a seguito della chiusura della loggia massonica P2, pur vietando la creazione di organizzazioni segrete che possano interferire con il pubblico potere, risulta priva di significato specifico, non precisando l’oggetto della segretezza.

La commissione antimafia presieduta da Davide Mattiello e Claudio Fava, ha presentato due proposte di legge con l’obiettivo di vietare l’organizzazione ad “associazioni che comportino un vincolo gerarchico e solidaristico particolarmente forte” per i membri della pubblica amministrazione e delle forze armate, con l’aumento delle pene per chiunque ne faccia parte.

Dopo un lungo silenzio, l’organismo parlamentare torna, dunque, ad accendere i fari sulla massoneria, chiedendo alle maggiori “obbedienze” (le logge massoniche) di consegnare l’elenco degli iscritti.

Alcune di queste, invocando il rispetto della privacy, si sono rifiutate ma la guardia di finanza ne ha sequestrato gli elenchi. Ne è seguita una forte polemica da parte del Goi – Grande oriente d’Italia, la più numerosa obbedienza massonica, con circa 23 mila fratelli.

Per la commissione antimafia, la legge Anselmi del 1982, accorpando il modo di essere dell’associazione e il fine illecito, ha difatti aumentato il coefficiente di segretezza delle logge ufficiali che, proprio perché perseguono finalità lecite e, dunque, esulano dal divieto legislativo, hanno potuto mantenere, in concreto, barriere invalicabili alla conoscenza esterna ed interna.

Leccese, in accordo con la commissione, considera la legge a tutti gli effetti “incostituzionale”.

“Massomafia”, ricorrendo a un’espressione coniata dal prof. D’Urso, vuole offrire un contributo alla conoscenza di questo “potere occulto”.

“Massomafia è un’ibridazione -ha detto Leccese- dei termini massoneria e mafia. La prima è un’organizzazione, la seconda un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un inizio, un’evoluzione e una fine”, richiamando alla memoria Giovanni Falcone.