Ogni città ha un’anima tutta sua. È quella che le assegnano i cittadini, in particolar modo gli abitanti che da generazioni ne costituiscono il tessuto sociale.
Per questo, non può esistere recupero (in tutti i sensi) di un centro abitato, senza il coinvolgimento della gente che ne popola le strade e le piazze.
Premessa tanto più vera quando parliamo di centro antico, quell’agglomerato compatto, fatto in gran parte di vicoli e corti che si intrecciano in un dedalo di spazi, per certi aspetti, inespugnabile.
È quanto dimostra la due giorni di “trekking urbano tra le antiche corti”, svoltasi a Bitonto l’11 marzo e il 22 aprile, per iniziativa di Fare Verde e del suo coordinatore Beppe Cazzolla, col sostegno dell’amministrazione e di un cospicuo gruppo di associazioni, e realizzata in occasione della Primavera della mobilità dolce.
Lo spirito della camminata lungo vicoli, piazzette e stretti passaggi, è stato recuperare un tempo e uno spazio a misura d’uomo, in un’epoca che ci vede travolti da ritmi frenetici e alienanti. Ma la spensierata passeggiata nasconde funzioni meno visibili e ben più importanti.
La prima è il recupero della memoria che le pietre antiche di Bitonto custodiscono. Troppo spesso si procede senza pensare alla storia che ha generato la struttura della città vecchia, oggi rianimata da una vita serale legata soprattutto alla ristorazione e allo svago. Il centro antico che non si esaurisce certamente in due o tre strade principali illuminate dalle insegne di pizzerie e gelaterie.
La vera identità del nucleo storico è data dalla parte più vecchia, magari meno invitante, ma stracolma di stili e simboli. Per questo, in entrambe le camminate, con l’animazione delle poesie dialettali a cura dell’associazione Cenacolo dei poeti e della musica popolare dei Folkemigra, l’organizzazione ha deciso di seguire percorsi poco noti, quelli che si incuneano nella trama edilizia più antica della città.
L’altra importante funzione dell’iniziativa è stata, come si è accennato, coinvolgere gli abitanti di quei luoghi “nascosti”, troppo facilmente vittime di pregiudizi. Il momento clou del trekking urbano di domenica 22 è stato sicuramente quello vissuto in via Sant’Andrea, dove i residenti hanno voluto sottolineare la loro vita semplice, fatta di lavoro quotidiano “onesto e faticoso”. I festoni colorati ancorati alle facciate dei palazzi e lo striscione “L’entusiasmo non ce lo toglie nessuno”, esprimo la volontà di riscatto della gente di quella zona, considerata “impraticabile” per una serie di motivazioni legate perlopiù alla cronaca nera.
Fervore e sentimento hanno caratterizzato gli interventi di Pierpaolo Modugno, presidente del comitato di quartiere del centro antico che ha ben interpretato lo spirito più autentico della gente che vive nel cuore della città.
L’assessore Rosa Calò ha illustrato l’idea alla base dell’evento, ribadendo la necessità della condivisione, quale premessa per una crescita sostenibile perché rispettosa dell’ambiente e dei cittadini.
Non è stato un caso, infatti, che il secondo trekking urbano è stato realizzato in occasione della Giornata Mondiale della Terra.
Oltre alle associazioni citate, all’evento hanno offerto il loro contributo il WWF Terre dei Peuceti, Bitonto da riscoprire, l’Anfi – Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia e Sass – Servizi Ausiliari per la Sicurezza Stradale e Sociale, Fratres, L’Accademia della Battaglia (con gli interventi di Carmen Rucci), il Circolo Fotografico Bitonto, i Comitati di Quartiere.