“How to make (almost) anything”. Traduzione dall’inglese: “Come fare (quasi) tutto”. Uno slogan davvero altisonante, degno di una pellicola cinematografica americana, ha accompagnato e segnato l’inaugurazione del Centro Tecnologico per la Fabbricazione Digitale “FabLab Poliba”, nella zona artigianale di Bitonto.
Una struttura che strizza l’occhio all’innovazione e alla ricerca e che si propone di diventare un autentico polo di riferimento per l’intero territorio della Città Metropolitana di Bari e della Regione, nel settore della creazione tecnologica e digitale, nella speranza di generare positive ricadute occupazionali soprattutto per le fasce più giovani della popolazione, quelle maggiormente in sintonia con le “diavolerie” digitali.
Il laboratorio rappresenta il frutto di un’efficace sinergia, in termini di progettazione e realizzazione, tra le risorse messe a disposizione dalla Comunità europea, l’intuizione coraggiosa dell’amministrazione comunale e l’esperienza negli ambiti della formazione e della ricerca del Politecnico di Bari.
E infatti, il Centro nel suo progetto esecutivo è stato finanziato grazie al budget di 2 milioni e 841mila euro provenienti dall’Azione 6.2.1. del P.O. Fesr 2007-2013 ed intercettato a tale scopo da Palazzo Gentile (che si farà carico anche dei costi di funzionamento del polo tecnologico), e sarà cogestito dall’associazione “FabLab” (risultata aggiudicataria di apposita procedura selettiva, nel panorama complessivo di ben 111 “FabLab” operanti nello Stivale, tra cui 7 nel bacino regionale) e dall’università del capoluogo (che si occuperà della gestione scientifica del dipartimento formativo, composto da aule per la didattica e da spazi per il coworking, meeting e convention).
Ma la gestazione della nuova realtà tecnologica è stata a dir poco travagliata, con i fasti e gli splendori dell’attualità che contribuiscono a rendere meno amare le difficoltà e le incertezze del recente passato: basti pensare che il progetto originario della struttura risale aall’ottobre 2009 ed era stato in un primo momento ritenuto ammissibile nel maggio 2010, sia pure con la necessità di effettuare una incisiva rimodulazione degli importi e degli interventi previsti. Ma subito ecco palesarsi i primi grattacapi: l’idea progettuale rimaneva fuori dalla prima lista dei beneficiari dei fondi comunitari per l’innovazione, stilata dalla Regione nell’agosto 2010. Sembrava la fine prematura di un sogno ma, per fortuna, grazie ad alcuni aggiustamenti nell’elaborato tecnico, nel maggio 2011 il Centro Tecnologico figurava nell’alveo delle proposte finanziabili.
La strada per la concreta realizzazione del polo formativo, tuttavia, era tutt’altro che in discesa, visto che alla fine del 2011 da via Capruzzi richiedevano nuove variazioni nella proposta progettuale complessiva e la presentazione di una serie di informazioni ed elementi integrativi, utili per la definitiva valutazione dell’opera da parte del nucleo competente. E così, il Comune di Bitonto decideva di ricorrere alla collaborazione ed all’ausilio della società di consulenza “Progetti Grandi Opere” di Bari, incaricata nel gennaio 2012 del supporto tecnico-amministrativo agli uffici comunali. Con la nuova versione del progetto che veniva presentata e trasmessa alla struttura regionale il 9 luglio 2012.
Da allora si alternavano tavoli tecnici di confronto ed ulteriori chiarimenti ed integrazioni documentali, fino a quando nel maggio 2013 si arrivava alla tanto sospirata notizia dell’ufficialità del finanziamento del polo tecnologico. Che nella versione originaria doveva ospitare un laboratorio sperimentale di ricerca sull’impiantistica antincendio e che invece poi, sulla scorta delle indicazioni provenienti dell’amministrazione comunale sempre di concerto con il Politecnico barese, è stato destinato all’ambito innovativo e ricco di implicazioni della fabbricazione digitale.
E siamo così giunti ai giorni nostri, all’inaugurazione della struttura, alla presenza del sindaco di Bitonto Michele Abbaticchio, del rettore del Politecnico Eugenio Di Sciascio, del direttore del FabLab Poliba Nicola Parisi, del commissario straordinario dell’agenzia ARTI Puglia Vito Albino, del presidente nazionale dell’Anci e sindaco della Città Metropolitana di Bari Antonio De Caro e dell’assessore all’innovazione di Matera Enzo Acito (a testimonianza tangibile della fattiva e proficua collaborazione in atto tra il nostro Comune e la Capitale Italiana della Cultura del prossimo anno).
La cerimonia è stata soprattutto l’occasione per illustrare le potenzialità del Centro Tecnologico, che si rivolgerà ai mondi complementari della scuola, dell’università e dell’impresa, proponendosi come esempio virtuoso di strumento di investimento nell’innovazione e nelle ricerca e come hub di avanzamento tecnologico per tutto il meridione d’Italia. Il polo, infatti, è dotato di attrezzature di prim’ordine nel campo della fabbricazione digitale (pantografi a controllo numerico, taglio laser, robotica, stampanti per manifattura additiva di grandi dimensioni) e di ampi spazi per la formazione, la didattica e l’approfondimento in team, e potrà contare anche al piano superiore su un vero incubatore d’impresa digitale, gestito da una famosa holding romana che amministra anche il gruppo “Cinecittà Studios”.
In buona sostanza, i giovani potranno rivolgersi alla struttura per sviluppare le loro idee ed i loro progetti tecnici, come pure le aziende potranno fare riferimento al Centro Tecnologico per la diretta e concreta realizzazione di prodotti della fabbricazione digitale.
E sul punto, già circolano le prime indiscrezioni, con una celebre impresa del settore dell’arredamento che ha contattato il polo bitontino per la progettazione e l’assemblaggio di elementi di arredo ad elevato contenuto tecnologico ed un ditta operante sul terreno del merchandising che sta pensando di lanciare (con il contributo delle attrezzature in uso all’interno della nuova realtà) souvenir e giocattoli per bambini aventi le fattezze dei principali monumenti del nostro territorio.
E se l’immagine di un bambino che trascorre le proprie ore liete giocando con una costruzione a forma di Torrione Angioino e Cattedrale romanica non è più un sogno irrealizzabile, allora davvero con il Centro Tecnologico della zona artigianale sembra possibile “fare (quasi) tutto”