La dodicesima edizione (non bisogna farsi ingannare dall’hashtag #ijf18) del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia si è conclusa – ancora una volta – con l’offerta di un programma ricchissimo e di altissimo livello. Oltre trecento eventi tra dialoghi, confronti, workshop, interviste, spettacoli e documentari che hanno coinvolto più di 700 speaker e 200 volontari nei luoghi prescelti nel centro storico del capoluogo umbro. Così, da mattina a sera, diversi eventi si sono susseguiti in contemporanea, nei cinque giorni della rassegna, dall’undici al quindici aprile.
Anche per chi avesse fatto il carico di entusiasmo sarebbe stato impossibile seguire tutto: poco male, visto che ogni incontro è stato registrato e i relativi video sono disponibili online sul sito del festival.
È bene far subito piazza pulita di un un’idea errata: il Festival Internazionale del Giornalismo in realtà non vede come protagonisti solo i giornalisti, ma anche comunicatori, docenti, esperti del mondo pubblicitario, fotoreporter e videomaker, operatori di ong, musicisti, attori e altri operatori del mondo dello spettacolo, quando le loro attività abbiano avuto un rilievo di carattere mediatico tale da interessare anche l’informazione.
Questo perché le materie e i temi toccati sono più in generale quelli della comunicazione nel mondo di oggi, sono i temi che riguardano tutti noi e dei quali si discute quotidianamente sui giornali, sulle televisioni, sui social media e nelle piazze.
Non stupisce perciò che un grande spazio sia stato dedicato allo spinosissimo tema delle fake news e del fact checking: l’idea che chi scrive si è fatto è che davvero si stiano spendendo tante risorse per arginare il problema (anche se allo stesso tempo ci si è pure interrogati se il problema fosse effettivamente quello).
È confortante e può indurre all’ottimismo vedere le persone più competenti al mondo che discutono e si cimentano nell’impresa di trovare delle soluzioni, per un’informazione in grado di liberarsi dalla piaga di questi ultimi anni. Al contempo, però, ci si rende conto che persino quelle stesse persone non sembrano avere una soluzione definitiva per il problema; che c’è ancora tanta strada da fare.
Si è discusso di giornalismo investigativo, di etica, di libertà di stampa e dei rapporti con la politica, dei rischi della professione anche nelle area a rischio. E, ancora, delle tendenze più recenti in tema di giornalismo e comunicazione, come il community journalism, cioè il giornalismo delle comunità più piccole, e il data journalism, che riflette la crescente importanza dei dati numerici nella nostra epoca, utilizzati e rielaborati per produrre inchieste e approfondimenti. Si è parlato anche di molestie sessuali nei luoghi di lavoro, di diversità ed inclusione, di servizio pubblico, di business model e di economia, e di tanto altro ancora.
Come lascia intuire il titolo, la manifestazione ha rilievo internazionale, per cui le lingue utilizzate sono state l’inglese insieme all’italiano, con un servizio di traduzione istantanea.
Pur essendo possibile fruire solo di panel in italiano, sarebbe davvero un peccato limitarsi a quello e non lasciarsi travolgere dal clima di villaggio olimpico. Tra i tanti protagonisti di questa dodicesima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo: Jane Barrett, Guy Berger, Sarah Brown, Fiona Campbell, Louis Dreyfus, Misha Glenny, Joe Inwood, Jeff Jarvis, Jeff Larson, Vanessa Redgrave, James Risen, Jay Rosen, Craig Silverman, con gli italiani Lucia Annunziata, Dino Amenduni, Salvatore Aranzulla, Diego Bianchi, Leonardo Bianchi, Giulia Blasi, Brunori sas, Mario Calabresi, don Luigi Ciotti, Giobbe Covatta, Marco Damilano, Alessandro Di Battista, Stefano Feltri, Tiziana Ferrario, Carola Frediani, Giuliano Foschini, Vera Gheno, Alessandro Gilioli, Peter Gomez, Jacopo Iacoboni, Loredana Lipperini, Makkox, Luigi Manconi, Massimo Mantellini, Gianluigi Nuzzi, Pierluigi Pardo, Flavia Perina, Pinuccio, David Riondino, Sergio Rizzo, Mario Sechi, Cecilia Strada, Marco Travaglio, Walter Veltroni.
La kermesse di Perugia si conferma, dunque, un imperdibile corso di aggiornamento accelerato e intensivo per i giornalisti. Permette di vedere all’opera i protagonisti della comunicazione, di vederli che si confrontano tra loro e magari di relazionarci noi stessi a loro. È soprattutto un’opportunità per cercare di comprendere alcuni aspetti del nostro mondo, un mondo nel quale l’informazione diventa ogni giorno più centrale e importante.
Tutte le foto provengono da materiali dell’International Journalism Festival di Perugia, credits attribuibili come indicato dalle stesse.