Over size in passerella

La stilista di New York Mellory Dunn produce con la sua Smart Glamour abiti “normali” per modelle “curvy"

Mallorie Dunn è una giova­ne stilista di New York. Dopo una lau­rea al prestigioso Fashion Institute of Technology e numerose collaborazioni con case di moda, decide che ciò che realmente le interessa è dare a tutte le donne la possibilità di vestire abiti di­segnati solitamente per corpi esili.

Nel 2014 crea il marchio Smart Glamour, una risposta all’immagine proibitiva imposta dall’industria della moda e dai mass media.

Negli ultimi anni anche riviste pa­tinate come Vogue hanno presentato collezioni e modelle over size. Natural­mente, si tratta di numeri ancora trop­po bassi rispetto all’imperante imposi­zione dell’immagine di donne magre e perfette.

Negli Stati Uniti la percentuale della popolazione che soffre di obesità è al­larmante, secondo il rapporto State of Obesity: Better Policies for a Healthier

America, stilato dall’organizzazione americana Trust for America’s Health, che si occupa di politica sanitaria, e dalla Robert Wood Johnson Founda­tion, il più grande ente filantropico americano dedicato esclusivamente a temi di salute pubblica, il 35,1% della popolazione è obesa.

Il rapporto è accompagnato da una cartina interattiva che mostra i diversi tassi d’obesità sul territorio statuniten­se: il Mississippi e la Virginia Occiden­tae sono gli stati più obesi d’America, mentre il più magro è il Colorado, con “solo” il 21,3% di persone extra large.

La ex first lady, Michelle Obama, aveva investito buona parte del suo tempo nel programma “Let’s move” per incoraggiare i genitori e guidare i bam­bini ad una alimentazione sana e allo sport.

Le fasce della popolazione più col­pite dall’obesità sono, naturalmente, le più povere. In una città come New York, ad esempio, mangiare sano è incredi­bilmente dispendioso: dopo un’estate trascorsa nella mia Puglia, pagare qui un chilo di pomodori più di 10 dollari, mi fa venire i brividi.

La sfilata di Smart Glamour è sta­ta inserita nel calendario della Fashion Week. Ho visto sfilare donne dai corpi diversi, tutte sorridenti e consapevoli. Hanno calcato la passerella fiere del loro essere, come è giusto che sia.

Certo alcune di loro soffrono di una malattia, l’obesità appunto; che va cu­rata ma non per tutelarle dagli sguardi giudicanti e razzisti di chi non sa vede­re al di là degli stereotipi, ma per il loro stesso benessere.

Un corpo abbondante e “curvy”, come dicono qui, merita di indossare l’attenzione, il rispetto, l’amore insieme a tutti i vestiti possibili.