I videogiochi ci rendono davvero più violenti?

Uno studio recente dimostra che nel lungo periodo i videogiochi non sono responsabili di comportamenti aggressivi e di scarsa empatia

L’associazione tra videogiochi e violenza è di lunga data. È diffusa e pervasiva la preoccupazione che i primi possano stimolare comportamenti violenti, ridurre i comportamenti pro-socializzazione, diminuire l’empatia verso gli altri, aumentare l’impulsività e influire sull’umore delle persone. Non di rado vengono collegati anche ad eventi di cronaca particolarmente violenti: “quell’omicida passava parte del suo tempo coi videogiochi”. L’argomento è ovviamente oggetto di ricerche e il dibattito in materia è tanto interessante quanto acceso.

Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry, per la prima volta esamina gli effetti dei videogiochi violenti nel lungo periodo e contraddice i risultati di ricerche precedenti, dimostrando che una dose giornaliera di videogiochi non produce modificazioni nell’aggressività delle persone nel lungo periodo.

Le ricerche precedenti, sintetizzate recentemente dalla American Psychological Association, avevano mostrato come pochi minuti di videogiochi violenti potessero modificare i livelli di aggressività e la volontà di aiutare gli altri. Secondo gli autori del nuovo studio, però, c’è motivo di credere che quegli effetti fossero il risultato dell’esposizione a stimoli specifici e del conseguente innesco che era parte di quegli studi.

Per la prima volta, invece, il nuovo studio ha esaminato gli effetti dell’utilizzo di videogiochi nel lungo periodo. I settantasette partecipanti sono stati divisi in tre gruppi. Un primo gruppo di 25 persone ha giocato al videogioco Grand Theft Auto V, giornalmente, per due mesi. Nello stesso periodo, un secondo gruppo di 24 ha giocato alla simulazione The Sims 3, mentre un terzo gruppo di 28 persone non ha giocato ad alcun videogioco.

Alla fine dei due mesi, non sono stati rilevati cambiamenti nel livello di aggressività dei partecipanti, né per altri fattori come empatia, capacità interpersonali, ansia, umore. In conclusione, i risultati costituirebbero una prova molto convincente contro i tanto dibattuti effetti negativi dei videogiochi violenti negli adulti.

“Non abbiamo rilevato effetti negativi come risposta all’utilizzo di videogiochi violenti”, ha spiegato Simone Kuhn, la studiosa che ha guidato la ricerca. “Il fatto che si siano valutati ambiti multipli, non ritrovando effetti in alcuno di essi, rende il presente studio il più approfondito nel campo.”

Pong, uno dei primi videogiochi arcade, dal National Videogame Museum. Foto di Nelo Hotsuma

Lo studio Does playing violent video games cause aggression? A longitudinal intervention study, di S.Kühn et al, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Molecular Psychiatry.