Il “cielo stellato” sopra Bitonto

L'outsider grillina Francesca Anna Ruggiero batte Massimo Cassano, forzista di lungo corso

È un successo colossale quello del Movimento 5 Stelle a Bitonto, come in realtà in tutta la Puglia e nel resto del Meridione.

LA CAMERA

Per la Camera dei Deputati il seggio del collegio Puglia 2 (che oltre a Bitonto, comprende Bitritto, Capurso, Modugno, Noicattaro, Sannicandro di Bari, Triggiano, Valenzano e i quartieri baresi di Carbonara, Ceglie, Loseto, Palese, Santo Spirito, Catino, San Pio, San Paolo e Stanic) va alla bitontina Francesca Anna Ruggiero, che ha raccolto un consenso di ben 83.889 voti, pari ad una percentuale monstre del 50,1%. Un risultato davvero impressionante, confermatosi anche nella città natale della candidata grillina dove il 44,5% degli elettori ha barrato il simbolo del Movimento, mentre altri 787 hanno siglato una X sul nome. Con la ripartizione proporzionale (Puglia 1) risultano eletti anche Giuseppe Brescia, noto per aver segnalato alla Procura lo stato di sovraffollamento del C.A.S. di Bitonto, e Angela Masi.

Fuori dal parlamento, invece, l’esponente del centrodestra Massimo Cassano, che nonostante le quasi 50mila preferenze raccolte (di cui più di 10mila a Bitonto) non riesce ad atterrare nell’assise nazionale neanche con il paracadute del proporzionale, che ha decretato l’elezione di un altro forzista, l’avv. Francesco Paolo Sisto. Stessa sorte per il candidato del centrosinistra, il sindaco di Bitritto Giuseppe Giulitto, penalizzato dalla performance deludente del Partito Democratico, capace di far eleggere soltanto il capolista Marco Lacarra. Pochi i voti dei bitontini per gli altri aspiranti parlamentari: 867 per Giuseppe Catacchio (Liberi e Uguali), 277 per Nicola Baldassarre (Casapound), 182 per Lucia Volpicella (Potere al Popolo), 117 per Angela Fortunato (Il popolo della famiglia), 85 per Manuela Palmi (Partito Comunista), 50 per Marco Baldassarre (10 volte meglio) e 27 per Rosa Maria Tunzi (Partito Repubblicano Italiano – Ala).

Camera dei Deputati: i tre candidati più votati a Bitonto. Fonte: Repubblica
I voti delle liste e i relativi simboli sono riportati in base alla consistenza del loro apporto. Elaborazione a cura di Primo Piano.

IL SENATO

Stesso discorso per il Senato. All’uninominale (Puglia 1) stravince il pentastellato Gianmauro Dell’Olio, commercialista barese iscritto al Movimento dal 2009, destinatario del 43,7% dei voti dei cittadini di Bitonto con più di 25 anni, mentre col proporzionale passano Alfonso Ciampolillo, Gisella Naturale e Vincenzo Garruti. Secondo con poco più di 9mila voti il consigliere comunale di Bari Filippo Melchiorre, rappresentante di Fratelli d’Italia e soltanto terzo il collega in forza al Pd Salvatore Campanelli (quasi 4300 voti). Centrodestra e centrosinistra riescono ad aggiudicarsi soltanto un seggio ciascuno con la ripartizione proporzionale, andati rispettivamente a Licia Ronzulli (Forza Italia) e Assunta Carmela Messina (Pd).

Marginali i risultati degli altri sfidanti: Andrea Azzone (Liberi E Uguali, 710 voti), Antonio Mitolo (Casapound, 269 voti), Michele Bellomo (Potere al Popolo, 174 voti), Angelo Magliole (Italia agli Italiani, 135 voti), Giuseppe Mariani (Il Popolo della Famiglia, 112 voti), Sabina Degni (Partito Comunista, 78 voti), Vito Leonardo Calabrese (Partito Repubblicano Italiano – Ala, 21 voti) e Giuseppina Renzulli (Lista del Popolo per la Costituzione, 19 voti).

Senato della Repubblica: i tre candidati più votati a Bitonto. Fonte: Repubblica

 

I voti delle liste e i relativi simboli sono riportati in base alla consistenza del loro apporto. Elaborazione a cura di Primo Piano.

IL CONFRONTO CON IL QUADRO NAZIONALE E LE SCORSE ELEZIONI

Rispetto al 2013 i dati sono chiari: i Cinque Stelle segnano un ciclopico passo in avanti, passando dal 25 e 24% a più del 40% di consenso in entrambe le Camere. Inaudito, ma completamente in linea con il trend nazionale, il boom della Lega, schizzata a più di 1400 preferenze dai miseri 16 voti del 2013. In netto calo invece Forza Italia, che aveva spopolato cinque anni fa, quando si presentò alle elezioni con il simbolo del Popolo della Libertà (circa 2 mila voti in meno) e il Partito Democratico, alleggerito di circa 1500 voti